... Un diavolo distratto che diverte concedendo troppo
Il Milan vittorioso all’Olimpico, a distanza di oltre sei anni dall’ultima volta, lascia ampio spazio alle riflessioni.
I tre gol rifilati alla Roma confermano la potenza di fuoco della squadra di Allegri, ma i due subiti lasciano aperto il processo alla fase difensiva. Il Milan ha segnato ben 19 gol in otto partite, ma allo stesso tempo ne ha subiti 14, un bottino troppo grasso per le avversarie rossonere.
Come ribadito da Adriano Galliani i campionati si vincono con la miglior difesa, il Milan trionfante dello scorso anno chiudeva il campionato con 24 gol subiti di cui solo 7 nell’intero girone di ritorno, chiuso con uno scintillante 0 alla casella sconfitte.
Il diavolo di questo periodo vince, ma non convince sino in fondo. Il primo gol subito apre sconcertanti dubbi sull’attenzione prestata alle palle inattive, per un Milan che troppo spesso si regge sulla prestanza atletica di Zlatan Ibrahimovic posizionato sul primo palo. Sorpassato il colosso svedese, gli altri protagonisti rossoneri a più riprese si sono fatti cogliere impreparati, come ieri sera quando a duellare con Burdisso, rinomatamente ottimo sulle palle alte, c’era Gianluca Zambrotta, certamente non un asso del gioco aereo.
Anche il secondo gol denota una certa leggerezza del reparto arretrato, Bojan si è presentato completamente solo di fronte ad Abbiati dopo una ribattuta dello stesso estremo difensore. Cali di concentrazione che spaventano, specie in vista di sfide a squadre maggiormente organizzate difensivamente rispetto all’inesperta Roma di Luis Enrique.
Non sempre si possono fare tre o quattro gol, non sempre le difese avversarie lasceranno Alessandro Nesta colpire completamente indisturbato al centro dell’area, non sempre Ibrahimovic avrà la possibilità di girare il pallone in porta come accaduto in occasione del terzo gol di ieri sera.
La qualità offensiva è indiscutibile, ma è anche vero che la fortuna in questo periodo sta girando dalla parte del Milan, i rossoneri stanno capitalizzando al massimo le occasioni create, ma i tiri da fuori che hanno steso il Lecce talvolta non si infilano sotto al sette, ma si stampano contro la traversa.
Ciò che di positivo si coglie è che il Milan è capace di lanciare fiammate di grande calcio quando il risultato è in bilico. Dopo il momentaneo pareggio di Burdisso il diavolo ha ripreso a macinare gioco, ha schiacciato la Roma tutta pressing in salsa Barcellona sino al raddoppio di Nesta. Il calcio della compagine di Max Allegri è anche bello esteticamente, il Milan gioca bene quando ha voglia di mettere sotto l’avversario, ma vi sono evidenti cali di tensione in questa squadra che preoccupano e non poco.
Il Milan visto a Barcellona, dove aveva pareggiato soffrendo tanto e creando poco, era stato elogiato per la capacità di imbrigliare Messi e compagni, di concedere poco agli alieni blaugrana grazie ad un’intensità senza eguali. Da lì ad oggi il Milan è cresciuto e non poco sotto il profilo delle manovra, ieri la squadra riusciva a saltare con una certa abilità il pressing romanista, molto simile a quello applicato da Guardiola, ma allo stesso tempo ha concesso molto ad un attacco che non è nemmeno paragonabile a quello catalano.
Il Milan deve crescere ancora, ritrovare la compattezza difensiva mostrata lo scorso anno, l’attenzione e la concentrazione che hanno caratterizzato la cavalcata del diciottesimo scudetto. Allegri avrà tanto da lavorare, dovrà farlo in fretta, senza lasciarsi ammaliare dai risultati ottenuti sino a qui e continuare a spronare la squadra come accaduto dopo Milan Parma mercoledì.
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