Lacrime e gol a Marassi. Il Milan re per una notte

Lacrime e gol a Marassi. Il  Milan re per una notteMilanNews.it
© foto di Giulia Polloli
sabato 3 dicembre 2011, 00:00Milanello in rosa
di Giulia Polloli
Giulia Polloli inizia a seguire il Milan per Varesenotizie.it, voce del commento tecnico su Radio RVL, collabora con Vco Azzurra Tv, Tribuna Novarese e Il Biancorosso.

A Marassi si piange, ma non per il Milan. I rossoneri vincono, inanellano l’ennesima vittoria che per almeno due notti li lascia  in vetta alla classifica. Si piange però, per circa nove minuti nel primo tempo.
“I soliti idioti”, che non è una citazione cinematografica, ma è l’unica espressione plausibile per descrivere quello sparuto gruppo di tifosi che si sono scontrati fuori dallo stadio, che hanno scatenato la difesa a suon di lacrimogeni che il vento di Genova ha trasportato quasi ironicamente all’interno dello stadio, provocando un pianto generale, sugli spalti e sul campo.
Ciò che del calcio siamo stanchi di descrivere è proprio questo aspetto, legato ad annose liti tra fazioni opposte, che sembrano destinate a protrarsi nella storia delle nostre stagioni senza che nessuno riesca a farci nulla. Dal gesto di un idiota all’assiomatizzazione della reazione, sempre la stessa, con gruppi quasi armati che si aspettano quasi a dover combattere chissà quale guerra per vendicare l’eroe di turno, che diventa totem di una tribù, sempre meno civilizzata in queste circostanze.
Però per fortuna il calcio non è solo questo e Genoa - Milan ha regalato tanti attimi di gustoso calcio. A cominciare dalla presenza di Preziosi sul campo ad abbracciare anche quei giocatori che per il Genoa hanno lottato in passato. Poi il fischio d’inizio, con il Milan che parte subito all’attacco. E’ Nocerino nella prima mezz’ora a riuscire ad insinuarsi nelle strette maglie della difesa architettata da Malesani, riuscendo a pararsi di fronte a Frey, che però non si fa sorprendere. Ibrahimovic è letteralmente ingabbiato nei movimenti, attorniato da tre o quattro uomini ogni volta. Eppure è proprio lo svedese a recitare, ancora una volta, la parte del protagonista.

Nella ripresa solo il fallo di Kaladze, poi espulso, riesce a placarlo in proiezione offensiva e dal dischetto non c’è nulla e nessuno che possa fermarlo. Ibra ancora una volta trascina il Milan alla vittoria e apre così nuovi spazi per il raddoppio. E proprio l’uomo che per primo aveva forzato il muro difensivo dei rossoblu riesce ad andare a rete: Nocerino si presenta di fronte a Frey grazie al cross di Boateng e da quella distanza, fatale poc’anzi a Robinho, mette in rete la sfera.
Un Milan che esce sazio dalla sfida, che si gode il primato in classifica e che mette pressione alle avversarie, costrette a vincere per recuperare le loro posizioni originarie. Un Genoa che dall’ingresso di Merkel ha cambiato passo, sotto gli occhi vigili di Galliani, che forse un pensiero in più per il giocatore lanciato proprio lo scorso gennaio dalla gestione Allegri, ora lo sta facendo. Un po’ di rammarico, per l’assenza di Pato, fermato dall’influenza, per l’assenza di Inzaghi, che sembra sempre più lontano dai colori rossoneri, o forse solo dai piani di Allegri, per la scarsa fiducia data a El Shaarawy, in una partita che poteva servire per consacrarlo. Il giovane Faraone ha bisogno di minuti nelle gambe e deve acquistarli prima che sia troppo tardi, prima che il suo schieramento sia una scelta obbligata. E con l’avversario in dieci si poteva fare, forse, una scelta diversa. Però Allegri vince e dunque, in questi casi, ha ragione lui, come ormai dal suo arrivo a Milano. La sua squadra è in corsa da protagonista in ogni competizione. Inoltre il mercato di gennaio è alle porte e qualche rinforzo, chiesto a gran voce, sembra sia già in partenza. L’accoppiata Tevez - Maxi Lopez, in un tango-samba, come l’ha definito Galliani sembra ormai cosa fatta.  Il Milan dunque da qualche ora si gode il primato in classifica, ma è già pronto alla prossima gara, questa volta europea, nella quale i rossoneri sembra non abbiano alcuna intenzione di fare le comparse, nonostante la qualificazione ormai conquistata.