Prosegue la telenovela Tevez: Galliani non ha fretta ma pensa anche all'alternativa
Il miglior attacco del campionato. Una rincorsa alla vetta partita dopo la prima sosta per le nazionali. La partenza in campionato del Milan sembrava destinata trasformarsi in una sorta di tragedia greca. Poi ci fu la sosta per le Nazionali. Allegri con i suoi proclami aveva chiesto una forte reazione ai suoi uomini e loro, da bravi combattenti si sono immolati, giocando il calcio dei Campioni, lo stesso che nella scorsa stagione portò il Milan ad ottenere lo scudetto, ormai cucito saldamente sulla maglia. L’arrivo di Ibrahimovic prima, poi di Robinho, Boateng, Cassano, Van Bommel hanno reso il Milan la squadra più forte dello scorso campionato. Quest’anno gli stessi uomini sono partiti a rilento, il mercato attendeva mister X, il tormentone dell’estate rossonera. L’arrivo di Taiwo, Mexes, El Shaarawy, ma soprattutto di Nocerino e Aquilani sembrava, agli occhi dei più, un ripiego agli annunciati Hamsik, Montolivo e chi più ne ha più ne metta. E invece il campo ha dato ragione alle scelte di Allegri e Galliani. Nocerino e Aquilani si sono rivelati fondamentali, anche grazie al copioso numero di infortuni che ha colpito come una mannaia il centrocampo rossonero. Flamini, Gattuso, Ambrosini, indisponibili ma fondamentali per gli schemi di Allegri, hanno lasciato campo aperto ai nuovi arrivati. Nocerino è forse l’uomo che più ha regalato emozioni. Arrivato al sesto gol nella partita contro il Siena, ha ampiamente superato ogni aspettativa, almeno dal punto di vista prettamente realizzativo. Ora il Milan è pronto per il meritato riposo natalizio. Qualche giorno di pausa prima del ritiro a Dubai, nel caldo sole degli Emirati che asciugherà ossa e ferite, preludio però di un’altra impostante sessione di mercato.
Gennaio è alle porte, anche se il Milan ha già scoperto le sue carte. Berlusconi al ritorno possente sulla cattedra presidenziale e Galliani, re del mercato, hanno messo da tempo gli artigli su Tevez, campione indiscusso in rotta con il City. L’affare sembrava cosa fatta, ma l’offerta del PSG di Leonardo e anche l’interessamento della Juve hanno rallentato i piani di via Turati. Il City vuole liberarsi dell’argentino, pietra dello scandalo dopo le liti reiterate con Mancini. Tevez è stato relegato in patria a causa di una depressione improvvisa, sintomo di rapporti troppo pesanti da poter gestire su un campo di gioco. E allora si è aperto il valzer delle pretendenti. Dal mirino nerazzurro di fine estate, si è passati a quello rossonero. Il Milan non compra però, cerca il prestito, anche perché Tevez entra di prepotenza nei piani dei rossoneri dopo l’infortunio di Cassano. Il barese ha fatto smettere di battere dalla paura molti cuori rossoneri. Le giornate passate al policlinico dopo il suo malore hanno scombussolato animi e menti. La buona notizia della soluzione del problema cardiaco è stata però seguita dall’ennesimo colpo di mannaia sull’organico rossonero, questa volta finito sopra la testa di un campione che sembrava vivere la sua seconda giovinezza, calcistica ovviamente.
Ibrahimovic e Cassano si intendono a meraviglia, forse perché entrambi sono cresciuti dal nulla, sono caratteri difficili e forti, cavalli pazzi, qualcuno li potrebbe chiamare. E lo stesso dunque valga per Tevez. Il Milan è la squadra giusta in cui potersi rimettere in discussione e allontanare le voci che hanno accompagnato gli ultimi due mesi di vita dell’argentino. Se solo non si fosse intromessa l’offerta faraonica degli emiri francesi, se solo Leonardo non ci avesse messo il suo zampino, molto probabilmente l’affare sarebbe stato concluso da tempo. Di fronte però alla possibilità di “liberarsi” seduta stante di un “peso” come Tevez, il City tentenna. Il giocatore ha scelto e vuole il Milan. Per la gloria, per la storia che trascina l’attenzione di qualsiasi giocatore, per il prestigio. Tevez però non potrebbe entrare nel pacchetto Champions: ma questo ora sembra il minore dei problemi. Il reparto offensivo è talmente zeppo di campioni che il normale turnover sarebbe reso più semplice dall’esigenza di dover schierare per forza l’argentino solo in campionato. Anche perché, ricordiamocelo, Pato e Robinho sono giocatori pregiati, che da soli potrebbero garantire la sopravvivenza di qualsiasi reparto.
E se qualcosa dovesse andare storto? Se l’incontro tra il Milan e i vertici del City dovesse rimanere senza riscontro? L’amministratore delegato rossonero ha dichiarato che c’è tempo fino al 31 dicembre, ma ha un piano alternativo già pronto. Lo hanno svelato le lacrime di Maxi Lopez alla fine del derby contro il Palermo, quando abbandonando il campo è scoppiato in un pianto a metà tra gioia e nostalgia. I tifosi del Catania lo adorano, ma molto probabilmente il suo futuro è già scritto. Se Tevez non arrivasse al Milan, Maxi Lopez è pronto alla firma e a mettersi completamente a disposizione di Allegri, in campionato e Champions. Le parole dell’ad rossonero, rilasciate alla Gazzetta dello Sport, sembrano chiudere qualsiasi altra ipotesi che vada a toccare i reparti di centrocampo e difesa. Taiwo non è dato tra i partenti, il rientro di Mexes dopo l’infortunio sopperirà all’assenza di Yepes, operato alla caviglia e indisponibile per almeno tre mesi. Gattuso sembra poter rientrare per gennaio e Flamini sarà disponibile a febbraio. Qualche dubbio sulle partenze in attacco. Pippo Inzaghi potrebbe cedere alle sirene laziali, dove riabbraccerebbe il fratello Simone e soprattutto dove potrebbe provare a sferrare uno degli ultimi attacchi al record europeo di Raul. Allegri sembra non vederlo più nei piani del Milan, per ora non gli ha concesso spazio. E per un attaccante di razza come Pippo questo significa lasciarsi pian piano morire. Anche El Shaarawy non ha trovato molto spazio in questa prima parte di stagione e dunque sembra stia meditando l’arrivederci già a gennaio.
Eppure al Milan potrebbe servire un ritocco in difesa. E il nome che più piace è quello di Maxwell, grande amico di Ibrahimovic, che farebbe fare quel salto di qualità ulteriore alla difesa del Milan, quest’anno sfondata in troppe occasioni.
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