Il Papero furioso, ma solo a parole...
Dichiarazioni pesanti, inconsuete, probabilmente inappropriate. Alexandre Pato si è sfogato con la stampa, indicando Massimiliano Allegri come principale fautore delle sue "sfortune" in campo. La verità, come spesso accade, probabilmente sta nel mezzo: il tecnico toscano non sarà un comunicatore come Carlo Ancelotti (figura quasi paterna per l'ormai ventiduenne Pato), ma lo stesso Papero dovrebbe capire che, dopo cinque stagioni trascorse in Italia, è arrivato anche il momento della maturità. Mauro Tassotti, che rappresenta la continuità a Milanello, ha ribadito i medesimi concetti di Allegri: il brasiliano deve migliorare senza palla e, soprattutto, nell'intensità della prestazione.
Quel secondo aspetto, purtroppo, non nasce dal dialogo, ma dall'atteggiamento in campo del ragazzo di Pato Branco. E' proprio per questa sua tendenza ad assopirsi che, nelle gerarchie, l'ex Internacional è stato superato dal connazionale Robinho: tra i due ci sono cinque anni di differenza, ma l'ex Santos, pur sbagliando sottoporta, macina chilometri, fatica e lavora assiduamente per la squadra. Pato e Robinho hanno caratteristiche completamente diverse, è vero, ma è innegabile che dal primo ci si debba aspettare qualcosa in più. Più che sfogarsi con la stampa, sarebbe più appropriato mostrare gli artigli sul terreno di gioco: la speranza è che, dopo questo sfogo, il Papero possa avere una reazione positiva, quasi rabbiosa, cercando di bruciare l'erba e dare tutto in campo.
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