Lo sfogo di Pato proviene da un solo vero timore e la soluzione potrebbe arrivare già domani
Vederlo in panchina, spesso silenzioso e introverso, demoralizzato e quasi sfiduciato, francamente non piace a nessuno. E allo stesso tempo a nessun giocatore al mondo piace giocare solo 15 minuti, ancora di più se ti chiami Alexandre Pato. Il talento immenso che sin da minorenne è sbarcato in quel di Milanello, ha compiuto tanti passi in avanti, anche se in verità manca ancora quello decisivo. L’argomento Pato è sicuramente quello più spinoso delle ultime ore, tematica di lunghi dibattiti e infinite discussioni. I numeri però sono sempre lo specchio della realtà e difficilmente possono essere contraddetti. La storia di questo giovane ma grande giocatore parla di una media gol straordinaria, fermatasi però al vecchio campionato, perché nell’attuale stagione ha incontrato non poche difficoltà. Prima di ogni cosa c’è da sottolineare la componente fisica. Il brasiliano è continuamente tartassato da noie muscolari che lo bloccano proprio nel momento della definitiva consacrazione. Più di 10 pesanti infortuni nella sua permanenza al Milan, per un 22enne, non è certo il massimo della vita. Potrebbe anche essere un fattore di forte demotivazione, che influisce psicologicamente e di conseguenza sul rendimento. Ma se trascuriamo la componente infortuni, ciò che risalta in questa prima fase di campionato è la completa assenza dal gioco. Allegri lo ha spesso schierato dal primo minuto e con lui in campo il Milan ha sempre trovato difficoltà. Da subentrante invece non si è mai fatto notare o fatto la differenza. Esclusa la fenomenale accelerata dei primi 30 secondi della super sfida con il Barcellona, le reti di Pato non hanno inciso molto, in totale un gol in campionato e due in Champions in 4 mesi. La bomba però è scoppiata ieri, quando Pato si è liberato forse di un peso troppo grande che lo opprimeva chissà da quanto tempo.
“Non ho dialogo con Allegri, se sbaglio dovrebbe essere lui a correggermi invece non mi dice nulla”. Un concetto chiaro è ben definito, tra Pato e Allegri non c’è feeling. Sarà perché il tecnico si aspettava un maggiore apporto, in termini di impegno e sostanza, ma il mister non vede Pato come spalla ideale di Ibrahimovic. Di sicuro l’allenatore toscano farà di tutto per recuperarlo, anche perché si tratta di un grandissimo giocatore con ancora alcune lacune da colmare sotto l’aspetto della personalità e della determinazione. Il papero deve maturare, crescere definitivamente per guidare insieme ad Ibra l’attacco del Milan, avere la fame dei campioni, di chi deve ancora dimostrare tutto.
Ma probabilmente il vero timore di Pato sta nel fatto che il Milan a gennaio porterà un vero osso duro in squadra. L’arrivo di un concorrente dal carattere forte come Carlo Tevez non ha prodotto in Pato quello stimolo che molti cercavano, anzi, è finito per incupirsi maggiormente. Se l’Apache dovesse approdare in rossonero, gli spazi in avanti si chiuderebbero ancora di più, e la preoccupazione di vederlo seduto in panchina cresce in modo esponenziale. In questo momento sarebbe solo deleterio una frattura interna, soprattutto tra due protagonisti di questa squadra. Pato è un patrimonio da preservare ma allo stesso tempo deve scrollarsi di dosso lo status di “futuro fenomeno” per diventarlo definitivamente. Anche Tassotti lo ha ribadito, così come il suo mentore Carlo Ancelotti dopo il pareggio col Plzen, Pato deve essere più concreto e cincischiare meno. Dall’altra parte Allegri dovrà migliorare sotto l’aspetto comunicativo, e spronare a migliorare un ragazzo che nonostante tutto ha delle qualità straordinarie. Le dichiarazioni uscite ieri sono frutto di un’esternazione frettolosa, formulate senza con troppa spensieratezza. La soluzione si può trovare già domani, giorno della partenza per Dubai, una stretta di mano per tornare a lavorare sodo, buttando le incomprensioni alle spalle e tornare a lottare coesi per lo stesso obiettivo. L’anno nuovo e la mini preparazione invernale offre la possibilità di voltare pagina, e tutti si augurano un lieto fine in questa storia.
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