Fine dell'esilio

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© foto di Alberto Lingria/PhotoViews
domenica 12 febbraio 2012, 22:20News
di Antonio Vitiello
fonte di Gaia Brunelli per Sportitalia

Sembrava dover essere il protagonista del sequel di The Terminal dove Tom Hanks rimane segregato in un aeroporto senza poterne varcare i confini. Maxi Lopez per una settimana è rimasto chiuso in un albergo milanese con la speranza di vestire rossonero. Attesa che gli è valsa un happy ending. In una serata cominciata nei peggiori dei modi, grazie all'argentino il Milan si è ripreso dall'iniziale choc di trovarsi a 7 punti virtuali dalla Juventus. In otto minuti è stata scacciata la nostalgia canaglia che, al momento, ben si allaccia con il nome di Ibrahimovic. Gol nuovi e decisivi per un promettente progetto di attacco, meno fisico, ma più mobile. Con un centravanti che fa il centravanti, cerca la profondità, crossa e tira, i rossoneri si sono ritrovati con un sicuro riferimento avanzato che ha permesso di costruire meglio la manovra. Anche perché peggio, sarebbe stato davvero difficile. Nei primi 45 minuti, infatti, la squadra di Allegri ha mostrato solo difetti, appena appena affievoliti dalla prestazione di Ambrosini che pareva ringiovanito di 10 anni e capace di guidare un gruppo da vero capitano.

L'Udinese ha dominato in lungo e in largo, sfruttando la velocità propria e la staticità altrui. Ma non ha saputo affondare il colpo del ko, così che in quei 15 minuti di intervallo nei rossoneri è scattato qualcosa. Forse la cattiveria che mancava, forse l'orgoglio della grande squadra. Tant'è che, questa volta, Allegri ha fatto la mossa giusta. Maxi Lopez era infatti stato inserito ogni volta a gara in corso e con il risultato a sfavore dei rossoneri, sia contro la Lazio in campionato, sia contro la Juventus in Coppa Italia. Al terzo tentativo l'argentino ha dato segnali di speranza, quelli che probabilmente l'ambiente Milan si aspettava da un suo connazionale. Maxi Lopez in una sola serata, ha fatto dimenticare Tevez e Ibra, i grandi assenti, contribuendo a guadagnare tra punti che sanno di impresa. Anche perché il calcio è sì risultato, ma anche prestazione ed essere riusciti a uscire dall'inferno di ghiaccio friulano sa quasi di miracolo. Contro l'Arsenal ci vorrà ben altro.