...El Shaarawy "meglio" di Pato: ci vuole un Allegri in versione Ancelotti

...El Shaarawy "meglio" di Pato: ci vuole un Allegri in versione AncelottiMilanNews.it
© foto di Alberto Lingria/PhotoViews
martedì 14 febbraio 2012, 19:00Focus On...
di Emiliano Cuppone

A distanza di 4 anni il Milan ritrova sul suo cammino l’Arsenal di Arsene Wenger. Nel 2008 non andò bene, i rossoneri gettarono i quarti a San Siro, dopo una sfida all’Emirates Stadium chiusa a reti inviolate, sommersi dai colpi di Fabregas ed Adebayor.
In quegli ottavi di finale faceva il suo esordio europeo un giovanissimo Alexandre Pato, 18enne che aveva impressionato alle prime uscite in campionato. Il Papero non lasciò traccia nella doppia sfida ai gunners, Ancelotti puntò tutto su di lui in Inghilterra, gli affiancò Pippo Inzaghi nel ritorno, convinto che il brasiliano potesse fare la differenza contro la farraginosa difesa londinese.
A distanza di 4 anni torna l’Arsenal e potrebbe esserci un altro esordio importante, quello europeo di Stephan El Shaarawy, talento purissimo, qualità innata e grandi colpi. L’italo-egiziano sembra in ballottaggio con Robinho per un posto al fianco di Zlatan Ibrahimovic, Allegri sembrerebbe tentato di schierare il 19enne di Savona, anche se starebbe ragionando sull’impatto di una sfida così importante su di un ragazzo così giovane.
Quattro anni fa Carlo Ancelotti non ci pensò due volte, gettò nella mischia quel baby campione di Alexandre Pato convinto che potesse essere l’arma in più, non ebbe il risultato sperato, ma quantomeno ci provò. Massimiliano Allegri dovrebbe osare quanto il suo predecessore. Le recenti prestazioni spingono per la scelta del Piccolo Faraone, apparso decisivo nelle ultime uscite e decisamente più in forma di Robinho, piuttosto appannato e confuso nell’ultimo periodo.

Il rischio è calcolato, El Shaarawy ha una classe tale da poter mettere in difficoltà anche la più esperta fra le difese, ha carattere e grinta sufficienti ad affrontare tutte le sfide con il piglio giusto.
La differenza che passa fra il primo Alexandre Pato, piuttosto timido ed impacciato alla prima apparizione europea, e questo El Shaarawy sembra risiedere nel carattere deciso del numero 92. Già guardando il modo di esultare dei due ragazzi si capisce l’impatto mentale diverso dei due giocatori. Un Alexandre Pato pressoché in lacrime festeggiò il gol all’esordio con il Napoli in quel lontano gennaio 2008, un gol che tra l’altro contava poco in una sfida già ampiamente chiusa. Stephan El Shaarawy ha allargato le braccia e mostrato il numero alla curva, con la fierezza del bomber navigato, al suo esordio a San Siro contro l’Udinese, festeggiando così un gol importante che rimetteva la partita in equilibrio con un Milan profondamente in crisi dopo la pesante sconfitta al San Paolo.
Il Piccolo Faraone sembra avere la grinta e la consapevolezza del grande giocatore a dispetto di una carta d’identità che ne fa poco più di un bambino, si approccia al calcio con la naturalezza del campione navigato, meno ingenuo di quello che ci si aspetterebbe, sembra essere già pronto per le grandi notti europee, a dispetto di un Alexandre Pato che al suo arrivo a Milanello sembrava un “marmocchio” nel paese dei balocchi con grandi sorrisi ed occhi sgranati all’ingresso a San Siro.
Al Conte Max spetta una decisione che a molti appare scontata, schierare il numero 92 al fianco di Ibrahomovic, due giocatori che per caratteristiche di gioco sembrano essere perfettamente complementari: Ibra con il suo fisico da prima punta a cui piace fare il rifinitore, il Faraone con i suoi movimenti da prima punta navigata (guardare il gol di sabato con l’Udinese per credere) e le sue qualità da seconda punta pura.
Allegri deve avere il coraggio che ebbe a suo tempo Carlo Ancelotti, prendere rischi da allenatore del Milan, e siamo convinti che El 92 saprà ripagarlo meglio di quanto fece Pato con il tecnico di Reggiolo.