...Nella notte dei ritorni si rivede il Milan di Allegri
E’ stata la notte del ritorno della Champions League, una di quelle notti che lasciano sognare i tifosi, è stata una notte di gloria per il popolo rossonero, rinfrancato dopo alcune uscite poco convincenti, rincuorato da una vittoria bella e sorprendente.
E’ stata la notte del ritorno delle polemiche nel campionato italiano, con gli attacchi duri di Conte e co alla classe arbitrale, rea di aver fischiato pochi rigori ai bianconeri sin qui, in particolar modo nella partita di ieri sera, con quei due contatti in area ducale che hanno coinvolto Giaccherini e Pirlo.
E’ stata la notte del ritorno di Kevin Prince Boateng, principe di nome e di fatto nella schiacciante vittoria sull’Arsenal. Il ghanese ha ricordato a tutti quanto sia importante per le dinamiche di gioco del Milan, ha ricordato a tutti perché è stato la più grande rivelazione del campionato italiano lo scorso anno, ha ricordato a tutti quanto dirompente possa essere il suo impatto sulle difese avversarie.
E’ stata la notte del ritorno al gol di Robinho, a secco ormai da troppo tempo, a volte esagerato negli errori sotto porta, criticato da ogni angolo per una condizione certo non brillante nell’ultimo periodo. Il brasiliano ha risposto alla sua maniera, ballando sulla linea del fallo laterale, favorito da una geniale discesa sulla fascia di Ibrahimovic che gli ha chiesto di spingere il pallone in porta e dallo scivolone (in occasione del terzo gol, ma anche nella serata intera) dei difensori dei gunners.
E’ stata la notte del ritorno di Alexandre Pato, gettato nella mischia a fine partita da Allegri per provare ad infierire su un Arsenal già alle corde.
Scelta che si è rivelata azzeccata a metà, il papero è entrato più volte nella difesa di Wenger ormai allo sbando come coltello caldo nel burro, la condizione ancora precaria si è fatta vedere con gli errori sotto porta.
E’ stata, soprattutto, la notte del ritorno del Milan di Allegri. Compatto, muscolare, attento e corto, un tutt’uno composto da 11 unità orchestrare alla perfezione dalla maestria tattica di Mark Van Bommel, direttore di un coro cattivo e puntuale. I rossoneri hanno concesso meno possesso palla alla platea, a fine partita le statistiche parlavano infatti di uno sterile predominio nel possesso degli inglesi, ma è tornato a giocare come lo scorso anno, tanto pressing e ripartenze micidiali. Meno fioretto e più spada per una squadra che il tecnico toscano sembra aver sempre immaginato così, più muscoli che giocate funamboliche, tanta accortezza dietro e gioco catapultato in avanti per il fisico di Ibrahimovic e la velocità di Boateng e Robinho.
Si sono rivisti gli inserimenti dei centrocampisti, si è rivisto il gioco prevalentemente in verticale, si sono rivisti i terzini che spingono e le difese che rinculano con difficoltà di fronte alla schiacciante potenza fisica di un Milan in versione Panzer tedesco.
E’ stata la notte in cui si è rivisto finalmente un grande Milan, dopo un periodo no, caratterizzato da infortuni e prestazioni poco convincenti, da un sistema di gioco diverso e forse un po’ molle, si è messo da parte il ricamo e si è lasciato spazio alla sciabola, pronta ad affondare fendenti decisi anche nel più temile degli avversari.
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