Come 14 anni fa
Speravamo che la stucchevole protesta juventina delle scorse settimane, scatenata da un paio di rigori non assegnati contro le corazzate Siena e Parma, si limitasse ad influenzare l'esito dell'appello relativo alla squalifica di Zlatan Ibrahimovic. Non è stato affatto così. Il Milan, seppur incerottatissimo, ha messo sotto l'"imbattibile" Juventus, andando in vantaggio con Nocerino e, pochi minuti dopo, trovando il 2-0 con Sulley Muntari. 2-0? No, attenzione... Non è gol! Peccato che la palla sia entrata di mezzo metro, tra l'incredulità generale e la giustificata rabbia del popolo rossonero. Tutto il borbottare, il lamentarsi, la richiesta di "equita arbitrale" si è racchiusa in un episodio che, a distanza di quattordici anni, fa impallidire anche il rigore (mancato) per il fallo di Iuliano su Ronaldo.
Un'autentica rapina a mano armata (o sbandierata) che, ovviamente, non può che condizionare non solo il prosieguo del match, ma tutto lo svolgersi del campionato. Sentire i discorsi del postpartita (da sponda bianconera), con dei paragoni che non stanno ne in cielo ne in terra ne in nessun sistema solare, alimenta solo la diffusa furia milanista. Il Diavolo che, nonostante gli infortuni e le squalifiche esagerate, è riuscito comunque a dominare l'incensata Juve, è stato penalizzato in maniera vergognosa ed inaudita. Allegri nel postpartita ha rimarcato: "A volte si farebbe meglio a stare zitti..." riferendosi alle lamentele juventine che, in maniera piuttosto netta, hanno influenzato ed avvelenato un match che doveva essere lo spot del calcio italiano. Bello spot e soprattutto bello sport: quando il più forte non è il più forte, ma quello che si lamenta di più...
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