Colpo gobbo a Milano

Colpo gobbo a MilanoMilanNews.it
© foto di Giulia Polloli
domenica 26 febbraio 2012, 10:40Milanello in rosa
di Giulia Polloli
Giulia Polloli inizia a seguire il Milan per Varesenotizie.it, voce del commento tecnico su Radio RVL, collabora con Vco Azzurra Tv, Tribuna Novarese e Il Biancorosso.

Una volta tanto mi torna utile il titolo di un film dei fratelli Vanzina. E mai occasione fu più suggestiva se non la partita andata in scena a S.Siro. Milan e Juventus di fronte ad uno stadio esaurito in ogni ordine di posti si affrontano a viso aperto. I rossoneri hanno il predominio del campo per tutto il primo tempo e trovano il gol con Nocerino, che aiutato dalla deviazione di Bonussi inganna Buffon e gonfia la rete. Lo stadio è un tripudio, si sente tremare anche la terra sotto i piedi. La squadra di Conte sembra aver perso il bandolo della matassa. Ma l’inenarrabile accadrà da li a poco.
Muntari, rinforzo invernale rossonero, che già al suo esordio ha placato le critiche colpendo i più scettici con una prestazione maiuscola, sguscia dalle maglie difensive bianconere e colpisce di testa un pallone che finisce in rete.
Ah no? Non è andata forse così? Il lieto, meritato, fine viene cancellato immediatamente da una svista arbitrale grande come una casa. Nonostante la palla abbia abbondantemente superato la linea di porta, Buffon con un colpo dei suoi, un riflesso, un istinto, continua l’azione e nessuno più riesce a fermarla per portare il pallone dove giustamente doveva finire: sul cerchio di centrocampo, con il Milan in doppio vantaggio e in un momento di grazia che di certo, lo sottoscrivo, avrebbe dato ulteriore energia ai rossoneri per andare ancora in avanti, nel tentativo di far bottino sonoro ai danni della Signora.
Questo lieti fine, quello che mi aspettavo dopo una sequenza di immagini riviste, dopo la sensazione netta di aver visto anche da notevole distanza quel pallone entrare nettamente, insieme a Buffon, oltre la riga di porta, mi è stato scippato, rubato brutalmente, interrompendo così per pochi attimi i battiti del cuore.
Attimi di smarrimento, con Muntari che era già proiettato verso la gioiosa esultanza e riportato brutalmente alla realtà.
Forse la “piagnolada” reiterata nelle settimane precedenti questa gara, forse il caos mediatico creato attorno a questa partita, ha rubato anche alla terna arbitrale la sensatezza delle proprie azioni.
La dimostrazione lampante della poca lucidità messa in campo dagli uomini in giacchetta nera, viene nuovamente dimostrata con l’annullamento del gol a Matri, subentrato nella ripresa in una formazione che, molto probabilmente, per una volta, Conte aveva letteralmente “ciccato”.
A quasi nulla sono valse le potenzialità di Borriello e Quagliarella, imbrigliati nel preciso contenimento dei rossoneri, la Juventus ha ricominciato a giocare con l’inserimento di Vucinic e, per l’appunto, di Matri, poi autore del gol del pareggio che gela S.Siro.
Oltre al danno la beffa.


Perché Conte può continuare a sostenere anche in modo infinito il duplice errore arbitrale, ma il peso e il momento degli errori è notevolmente diverso.
Avremmo visto un’altra partita, perché la delusione del gol annullato si è fatta sentire soprattutto nelle gambe dei rossoneri, come un colpo proibito che impedisce di riprendere la normale corsa, perché zoppicanti.
Un Milan che ha giocato una partita “da Milan”, come doveva essere e che invece si ritrova defraudato della propria gioia. Un Milan che ha trovato un equilibrio tecnico-tattico nonostante le numerose, troppe, assenze. Allegri ha ribadito che stasera non sono mancati Ibra o Boateng: il concetto è chiaro. Gli uomini in campo in effetti hanno giocato al massimo delle loro potenzialità, fatta esclusione per un Pato condizionato dall’ennesimo risentimento muscolare, quasi un fantasma nel corso del primo tempo, alla sicura ricerca di una forma migliore. Ma almeno ha messo qualche minuto nelle fragili gambe, in attesa di poter tornare esplosivo come, inutile negarlo, il Papero può essere.
Un punto che sa di beffa, un punto che ha fatto rinvigorire la Juventus ora in attesa di poter sorpassare il Milan dopo il recupero contro il Bologna.
Un Milan che aveva messo le mani sulla vittoria, perché lo ribadisco: il Milan avrebbe vinto questa partita. Ma il destino, chiamiamolo tale, ha deciso per i rossoneri. Un destino beffardo, che ha anche portato a negare l’evidenza da parte di qualche voce faziosa. Allora preferisco la schiettezza di Buffon, che ammette, a ragion veduta, che quel pallone aveva superato la linea di porta, ma altrettanto candidamente ribadisce che se anche si fosse accorto di qualcosa non avrebbe ammesso, spontaneamente sul momento, l’errore di giudizio. Ma di fronte alle immagini, inequivocabili, Gigi ammette che lo sbaglio è lampante.
E capisco l’ira di Galliani, che forse per la prima volta nella sua carriera rossonera, abbandona lo stadio disgustato. Ma a dirla tutta non mi stupirei di vedere posti vuoti d’ora in poi allo stadio. Perché quello che è successo non può non intaccare l’amor proprio del semplice tifoso al quale, oltre ai sacrifici per seguire la propria squadra del cuore anche in momenti di contingenza economica, viene strappato, infranto, rubato letteralmente, il sogno di una sera.