Ocean's Eleven

Ocean's ElevenMilanNews.it
domenica 26 febbraio 2012, 19:00Primo Piano
di Matteo Calcagni

A Los Angeles fra qualche ora saranno assegnati gli Oscar: una serata di festa che, in maniera piuttosto inequivocabile, non ha nulla a che vedere con lo scempio messo in mostra ieri a San Siro. Antonio Conte nel postpartita, oltre ad equiparare episodi che non hanno nulla di equiparabile, si lascia andare ad una dichiarazione interessantissima: "Mi dispiace che questa partita è stata caricata troppo da tutti quanti, - ha dichiarato a "Sky Sport" - anche da noi addetti ai lavori e c’era un ambiente che non era bello per lo sport, mi spiace dirlo, ma sono successe troppe cose che non hanno a che fare con il calcio”. Chi è stato a scatenare le polemiche, a chiedere giustizia (?), ad emettere comunicati chiedendo uniformità di trattamenti? Non certo il Milan che, dalla sua, ha accettato (con amarezza) l'assurda squalifica rifilata a Zlatan Ibrahimovic. Tacere però diventa impossibile quando si è palesemente defraudati, anche per coloro che non si infuriano neanche con le zanzare a luglio. Per restare in tema cinematografico, la sfida di ieri non può che ricordare il celebre "Ocean's Eleven" (ma anche Twelve o Thirteen), con il Diavolo derubato in casa propria da un sesquipedale errore arbitrale: non recitano George Clooney, Brad Pitt e Matt Damon, per dispiacere delle signore, ma troviamo al loro posto i vari Agnelli, Conte e Marotta: il trio che, aiutato da sportivi come Chiellini, ha messo su una baraonda inenarrabile per un paio di decisioni a sfavore.

Baraonda nata, guarda caso, proprio nelle settimane in cui, per calendario, la Juventus ha affrontato per due volte il Milan. A concludere la sceneggiatura ci ha pensato l'orrore sbandierato da Romagnoli, lo stesso guardalinee di Fiorentina-Milan, sempre infallibile e mai banale nel suo operato: d'altronde, come testimoniano le immagini, vedere una palla dentro di mezzo metro è difficile, soprattutto se a spingerla in rete sono quelli con la maglia rossonera. A fine gara sono proprio i bianconeri, beati e felici, a stupirsi del malumore milanista, increduli di fronte a cotanta rabbia: la disuniformità arbitrale si è trasformata magicamente in semplice svista, poco importa se ha influenzato e poi deciso la gara. Un film, quello proiettato sul manto di San Siro, che non riceverà l'Oscar, ma forse l'ennesimo discusso campionato: cambiare il corso degli eventi non sarà facile, a meno che il motto "più forti dell'ingiustizia" riesca a prevalere. Ad oggi però ci sembra una vera utopia, in mezzo a questa finzione che non ha nulla a vedere con lo spettacolo.