INCHIESTA MN - Ecco la verità sulla coreografia della Sud non fatta entrare allo Juventus Stadium
Sono state spese tante belle parole per lo spettacolo scenografico messo in mostra, prima della partita dallo Juventus Stadium che ha colorato di bianconero l’impianto torinese. Un colpo d’occhio notevole, scandito dallo speaker dello stadio che ha dettato i tempi dell’apertura della stessa coreografia che non ha visto partecipare, come ovvio che sia, il settore ospiti dedicato ai tifosi del Milan. Ma c’è qualcosa che non quadra in tutta questa faccenda e abbiamo deciso di riportare quello che è successo con la coreografia degli ultras rossoneri. Si perché anche quella porzione dello Juventus Stadium avrebbe dovuto essere colorata di rossonero e avrebbe dovuto fornire un grosso monito ai ragazzi di Massimiliano Allegri, concentrati nel tentativo di raggiungere la qualificazione alla finale di TIM Cup.
Ma andiamo con ordine nella ricostruzione dei fatti:
Quindici giorni fa i responsabili della Curva Sud informano la società rossonera dell’intenzione di portare a Torino una coreografia a sostegno della squadra. La risposta da parte del Milan è positiva e la comunicazione viene girata anche alla Juventus dalla quale però non arriva alcuna risposta. Partono i preparativi per la realizzazione del progetto che prevedeva uno sfondo rossonero fatto con le plastiche, uno striscione con scritto FORZA RAGAZZI e un bandierone ritraente il logo del Milan. Nulla di potenzialmente pericoloso o provocatorio, nulla che potesse far pensare a una risposta negativa da parte della società Juventus che invece, arriva non più tardi di due giorni fa tramite mail nella quale veniva comunicata la mancata “autorizzazione” da parte del club bianconero (proprietario dell’impianto) all’ingresso della coreografia milanista.
Quello che è successo ieri ai cancelli dello Juventus Stadium è forse, uno dei punti più bassi che la storia del tifo ricordi. Tutti i ragazzi arrivati a Milano con i pullman sono stati spogliati e perquisiti minuziosamente dal servizio d’ordine alla ricerca di plastiche, vessilli e striscioni inerenti alla coreografia. Inizialmente era stato vietato l’ingresso anche agli striscioni di rappresentanza dei gruppi organizzati che accompagnano la squadra in ogni stadio, poiché anch’essi non autorizzati. A quel punto, trovatesi di fronte al reale pericolo di incidenti dovuto all’esasperazione degli animi della curva rossonera sono stati fatti entrare gli striscioni dei gruppi e tutti gli stendardi rigorosamente senz’aste. Questo è quanto successo ieri nello stadio “più avveniristico d’Italia” per far si che i colori rossoneri non venissero mostrati dentro l’impianto che, come da programmi, doveva essere tutto solo ed esclusivamente bianconero. Se avere uno stadio di proprietà vuol dire anche limitare la libertà d’espressione di una tifoseria, allora ben vengano gli stadi comunali e i settori popolari.
P.M.
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