...Caso infortuni: fra responsabilità, sfortuna e casi clinici

...Caso infortuni: fra responsabilità, sfortuna e casi cliniciMilanNews.it
© foto di Alberto Lingria/PhotoViews
lunedì 26 marzo 2012, 13:45Focus On...
di Emiliano Cuppone

L’infortunio di Thiago Silva, solo l’ultimo di una lunghissima serie, ha aperto il processo a Massimiliano Allegri ed al suo staff, rei di aver messo in ginocchio il diavolo nel momento più critico della stagione e lungo tutto il corso dell’anno calcistico.
Senza dubbio è stato un rischio schierare il brasiliano contro la Roma, l’ha ammesso anche il tecnico toscano, sicuramente l’assenza peserà contro il Barcellona, ma l’importanza della sfida ai giallorossi era tale per cui il rischio forse andava preso. Nessuno mette in dubbio il fascino della sfida ai catalani, l’importanza di una partita così complicata in Champions League, ma allo stesso tempo nessuno potrà negare che lo scudetto resti l’obiettivo principale, se non altro per le possibilità concrete di raggiungerlo, a differenza della competizione europea che offre, come sempre e forse di più, non poche incognite.
Di certo c’è che la formazione rossonera è stata tormentata dagli infortuni tutta la stagione, una serie incredibile di stop che hanno falcidiato la rosa del Milan, costringendo spesso Allegri ai salti mortali per mettere in campo una formazione all’altezza. Sotto accusa i metodi di allenamento del livornese, secondo alcuni troppo duri, sul banco degli imputati tutto lo staff tecnico rossonero reo di una gestione errata delle risorse. Addirittura Galliani ed Ibrahimovic si sono espressi sull’argomento chiedendo chiarimenti ed un cambio di rotta per arginare quest’emorragia di defezioni.
Non v’è dubbio che i metodi di allenamento di Allegri siano piuttosto pesanti, lo hanno spesso confermato i giocatori, lo dimostrano gli scarsi risultati della squadra nel periodo immediatamente successivo alle due preparazioni atletiche. L’anno scorso come quest’anno, infatti, il Milan ha sofferto tanto in settembre quanto a cavallo fra gennaio e febbraio, la squadra ha raccolto in quei periodi pochi punti e critiche a non finire, con le gambe che non giravano ed i carichi di lavoro che incidevano in maniera determinante sulle prestazioni in campo.
Dall’altro lato non sembra aiutare il difficilissimo campo di San Siro, stadio splendido cui non rende giustizia un manto erboso spesso in condizioni pietose. Molti degli infortuni (specie per Alexandre Pato, fragile cartina al tornasole rossonera) sono arrivati giocando in casa, sintomo di un terreno insidioso per le gambe dei campioni che lo calcano a settimane alterne.
Il suo peso ce l’ha anche un calendario fitto d’impegni, una partita ogni tre giorni e pochi allenamenti per mettere a posto i muscoli.

La squadra è arrivata praticamente in fondo alla Coppa Italia, si giocherà i quarti di Champions, giocando così almeno due terzi dell’intera competizione, oltre ad aver iniziato a giocare prestissimo con quella Supercoppa Italiana ad agosto.
A ben guardare però, gli infortuni che hanno falcidiato il Milan hanno spesso avuto natura traumatica. E’ accaduto al lungodegente Flamini, ad Aquilani in gennaio, a Robinho ultimamente, a Merkel, a Pato (che ha avuto problemi alle caviglie oltre ai tanti problemi muscolari). Senza contare i casi particolari di Gattuso e Cassano, veri e propri esempi di sfortuna, casi che nulla hanno a che vedere con il calcio o gli allenamenti.
Altro elemento da notare è quello relativo alla fragilità degli infortunati, o alla loro predisposizione cronica allo stop. Nel Milan, infatti, vi sono una serie di giocatori “sensibili” al problema infortuni, ci si riferisce naturalmente a Pato, ma anche a Nesta, Zambrotta, Ambrosini, Van Bommel, Gattuso ed Inzaghi, giocatori che per età sono naturalmente soggetti a problemi muscolari e non solo.
Andando ad eliminare gli infortuni traumatici, ed in quanto tali figli degli scontri di gioco e della sfortuna, così come non prendendo in considerazione quelli accaduti a giocatori naturalmente soggetti ad infortuni per età o predisposizione, il numero delle defezioni in casa rossonera sarebbe ridotto drasticamente.
I giocatori “integri” che hanno subito infortuni muscolari di un certo peso, quindi, sarebbero Boateng, Abate, Thiago Silva, Maxi Lopez e Robinho (con il brasiliano che non si è mai fermato per due anni, tenendo in conto il Mondiale e la Coppa America che l’hanno impegnato nelle ultime due estati). Così ridotto il caso infortuni sarebbe pressoché rientrato e ricondotto all’alveo della normalità di una stagione pregna di impegni per la rosa del diavolo.
Resta comunque impressionante il numero di defezioni, restano sicuramente delle responsabilità, seppur limitate, per lo staff tecnico rossonero il quale saprà sicuramente porvi rimedio in prospettiva futura, ma risalta anche una forte componente legata alla sfortuna ed all’età dei giocatori cui nessuno può porre rimedio, dovendosi affidare in gran parte alla sorte.