...La furia di Allegri fra arbitri e "vittime" immaginarie

...La furia di Allegri fra arbitri e "vittime" immaginarieMilanNews.it
© foto di Alberto Lingria/PhotoViews
sabato 31 marzo 2012, 22:45Focus On...
di Emiliano Cuppone

Il pareggio di Catania lascia al Milan l’amaro in bocca, due punti persi secondo i rossoneri in una partita in cui comunque i siciliani non hanno demeritato.
A demeritare, però, è stata la terna arbitrale, colpevole di una direzione scellerata e di una serie di errori piuttosto evidenti. Il gol non concesso a Robinho ha fatto infuriare Galliani, un’altra rete fantasma che va a fare il pari con quella di Muntari nella sfida scudetto contro la Juve a San Siro, ma Bergonzi ed i suoi non hanno sbagliato solo quello.
Se il gol annullato a Gomez è stata una perla dell’assistente di destra, bravo a vedere il fuorigioco millimetrico di Bergessio che ha servito l’assist al compagno, il pareggio di Spolli non sembra essere poi così regolare. Il difensore etneo, servito nell’area piccola da Legrottaglie, si libera di Boateng, suo diretto marcatore, in maniera scomposta, allarga le braccia il numero tre catanese probabilmente commettendo un fallo che non viene rilevato da Bergonzi.
A fare infuriare Allegri, al di là del gol di Robinho, sono state due chiamate assurde dell’assistente di sinistra che ha fermato due volte il Milan con giocatori lanciati a rete e partiti da posizione regolare. Parte abbondantemente dietro rispetto all’ultimo difensore Zlatan Ibrahimovic su lancio di Ambrosini, aveva puntato la porta lo svedese, poteva andare al tiro o servire El Shaarawy in mezzo, ma la bandierina alzata gliel’ha impedito.


Ancor più imbarazzante il fuorigioco chiamato a Boateng su contropiede, con il ghanese che sembrava poter prendere d’infilata la difesa rosso azzurra. Il numero 27, infatti, non solo era almeno due metri dietro l’ultimo difensore, ma, cosa ancor più importante, partiva dalla propria metà campo, non potendo quindi in nessun modo essere in posizione irregolare.
In una partita bellissima e vibrante, quindi, a deludere sono gli uomini in giacchetta nera che tolgono la scena ai vari Robinho, Ibrahimovic, Barrientos e Gomez. Una serie di errori che penalizzano irrimediabilmente un Milan infuriato a fine partita, due punti strappati alla classifica del diavolo più che dagli uomini di Montella (che avrebbero anche meritato di farlo) da Bergonzi ed i suoi.
Rabbia in casa Milan, rabbia fra i sostenitori del diavolo, se la Juve dovesse avere la meglio sul Napoli la distanza si dimezzerebbe arrivando a soli 2 punti, mettendo il Milan in una situazione ben più pericolosa di quella che meriterebbe, stando anche il computo degli scontri diretti con i bianconeri (sui quali ci sarebbe da parlare in separata sede) che mettono la Vecchia Signora in una posizione di favore qualora si arrivasse a pari punti.
La rabbia sfogata da Allegri a fine partita non è poi così ingiustificata, mentre qualcun’altro continua a parlare di conti aperti e vecchie ferite che sanguinano ancora, mentre c’è chi si appiglia ancora a Calciopoli ed presunte pene ancora in fase d’espiazione, il Milan viene defraudato a Catania, così come accaduto prima a Firenze o a Roma, per non parlare di quel gol di Muntari che ancora urla vendetta, figlio forse di una involontaria condivisione di quella pena che affligge chi non perde occasione per lamentarsene apparendo "vittime" immaginarie.