Per arrivare primi è questione di centimetri

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domenica 1 aprile 2012, 08:00Primo Piano
di Francesco Specchia

Il pomeriggio dei fantasmi, la sera delle streghe. Altro giro altro altro spettro che aleggia sullo scudetto rossonero. Il "caso" ha voluto che per la seconda volta l'errore umano sia lontano dai colori del Diavolo. In un mondo in cui in tribuna si guarda live la propria squadra del cuore e allo stesso tempo con l'i pad si osservano tutte le altre partite che si giocano sul globo terraqueo sembra assurdo che uno stupido sensore non possa tappare polemiche e scucire potenzialmente scudetti. Il calcio spezzatino delle tre giorni di partite con telecamere nello spogliatoio prima, durante e dopo le partite, delle skycam che volano sulle teste dei tifosi allo stadio… Assurdo che non si possa installare quello stupido sensore. Inutile elencare tutti gli sport che si sono messi al passo con i tempi, inutile continuare nell'elenco di coloro che si sono evoluti. No, il calcio no. Parliamo settimane e magari anni di centimetri che condizionano un cammino lungo mesi di sforzi e sacrifici, di milioni di euro che ballano, un pò di qua e un pò di la.

Per arrivare primi è questione di secondi, anzi di centimetri. Passo dopo passo si costruiscono vittorie, gioco e risultati che crollano davanti all'occhio umano. L'equilibrio sopra la follia, una doppietta per il brasiliano che da Binho poteva fare Bingo invece rimane sì una doppietta ma di errori da parte della quaterna arbitrale. La vittoria finale avrà il gusto ancora più dolce di qualcosa ottenuto andando contro errori puntuali e metodici. Correre controvento e battere il record dei 100 metri. Una vittoria che vale doppio, come gli errori contro il diavolo. Muntari-Robinho. Diabolici...