Crudeli: "Milan, la buona volontà non basta, e solo quel tiro in porta..."
Champions addio!! O quantomeno arrivederci alla prossima edizione. Il Milan lascia la scena con l’onore delle armi, ma la buona volontà non basta, il Barcellona è di un’altra categoria. E’ vero che il rigore dell’ 1 a 2 è discutibile, addirittura molti sostengono che era del tutto inesistente. In effetti quando parte il fallo di Nesta su Busquets il calcio d’angolo non è stato ancora battuto per cui, a quel punto, l’arbitro avrebbe dovuto ammonire il rossonero e non decretare il rigore. Senza contare che nel successivo contatto Nesta viene sbilanciato da un blocco plateale di Puyol.
E’ altrettanto vero che il Barcellona, 21 tiri in porta (9 nello specchio 8 fuori, 4 respinti) contro 3 del Milan (1 nello specchio, 1 fuori, 1 respinto), ha dimostrato di essere nettamente superiore. L’ 1 a 1 di Nocerino, su assist di Ibra, aveva fatto sognare ma poi Messi, con le su accelerazioni e suoi guizzi, ci ha riportato con i piedi sulla terra mettendo a nudo i limiti della squadra rossonera. I penalty sono originati da errori difensivi di Mexes che si fa rubare il pallone nel momento in cui stava impostando l’azione di rimessa e di Antonini che in area controlla male il pallone e nel tentativo di rimediare in scivolata commette fallo su Messi. Col senno di poi ci si chiede: perché non ha giocato Bonera?
Le ripartenze, dei rossoneri come solito sono state molto lente, prevedibili e quindi poco incisive. Il divario tra le sue squadre è nell’elevato tasso tecnico dei blaugrana che negli ampi spazi e nel breve, hanno una rapidità di manovra sconcertante.
Il Milan per ritornare competitivo a questi alti livelli necessita di almeno tre o quattro pezzi pregiati. In primis un fuoriclasse simile a Seedorf ma dotato di corsa e di velocità; un difensore del calibro di Alessandro Nesta; un regista dall’ottima visione di gioco da piazzare davanti alla difesa e una punta molto rapida, in grado di assicurare un discreto bottino di reti, da affiancare a Ibra, unico bomber della squadra.
Robinho, attuale partner di Zlatan, contro il Barça non ha mai tirato in porta.
La superiorità del blaugrana si è evidenziata a centrocampo dove ci sono giocatori che hanno un tasso tecnico e doti di palleggio straordinari, bravi non solo a costruire ma pure nel pressing sui portatori di palla avversari che, una volta pressati, non hanno il tempo di ragionare. Se poi gli avversari fanno poco movimento senza palla è evidente che Xavi e i suoi fratelli ti rendono la vita impossibile. Per avere chance bisognava aggredirli e creare una gabbia nella quale imprigionare il divino Messi, assolutamente incontenibile e devastante nel momento in cui gli si concede l’enorme vantaggio di puntarti palla al piede. Evidentemente gli insegnamenti di Mourinho, che alla guida dell’Inter nel doppio confronto col Barça escogitò una doppia e tripla marcatura su Messi, non sono serviti a nulla.
Pep Guardiola, forte dell’esperienza di San Siro, ha spostato Messi a trequartista più arretrato del solito, una posizione che ha permesso alla Pulce di partire più da lontano e di non infilarsi nel cul de sac che nel match di andata gli aveva preparato Massimiliano Allegri. I due esterni Dani Alves a destra e Cuenca (classe ’91!!!) a sinistra giocavano molto larghi per aprire centralmente la difesa del Milan nella quale s’infilavano a turno Messi, Iniesta di fatto centravanti, e Frabregas. Quanto il Barcellona sia stato Messi-dipendente è comprovato dai 10-12 tiri effettuati (8 in porta), dai quali sono scaturiti 2 gol su rigore e la terza rete, nato da una sua conclusione deviata trasformatisi in assist per Iniesta, abile nel controllare di sinistro e infilare di destro l’incolpevole Abbiati.
Tragicomica la vicenda di Pato. Il Paperino entra al 25’ del secondo tempo e al 38’ è costretto a uscire per il riacutizzarsi di un problema al flessore della coscia destra. E’ il 14esimo infortunio del ragazzo dai muscoli di seta. Eppure proprio recentemente un luminare statunitense aveva assicurato che il ragazzo era tornato integro a tutti gli effetti. Un’altra clamorosa topica.
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