Riscatto immediato, vietato mollare!
Domenica il Milan ha molto probabilmente detto addio allo scudetto: tre punti di distacco a cinque partite dal termine (con lo svantaggio negli scontri diretti) costringono i rossoneri a sperare nell'impossibile o quasi; la Juventus ancora imbattuta dovrebbe sbagliare due volte (una sconfitta e un pareggio o anche solo due pareggi) e il calendario dei bianconeri è ora molto facile, ma, soprattutto, il Milan dovrebbe vincere sempre e le ultime prestazioni dopo l'eliminazione dalla Champions dimostrano che forse è questa la cosa davvero difficile da veder realizzata, più ancora dei passi falsi dei rivali. Una sconfitta e un pareggio a San Siro contro Fiorentina e Bologna, una vittoria soffertissima a Verona contro il Chievo, tre prestazioni deludenti in cui la squadra di Allegri ha dimostrato di essere sgonfia, con le gambe molli e la testa vuota. Il gol subito domenica è emblematico: Van Bommel perde banalmente un pallone a centrocampo e non rincorre l'avversario, la difesa è sbilanciata e fatica a recuperare e gli attaccanti del Bologna sembrano centometristi che sfidano delle lumache. In queste condizioni anche la partita contro un Genoa in crisi irreversibile diventa insidiosa, visto che questa vigilia ricorda molto quella della sfida contro la Fiorentina, con avversari contestati, reduci da risultati disastrosi e considerati facili vittime sacrificali, ma poi sappiamo benissimo che i viola sono riusciti ad ottenere una clamorosa vittoria. Oltretutto bisogna considerare anche l'aspetto psicologico: in casa Milan, nonostante dichiarazioni ancora bellicose, sanno perfettamente che lo scudetto è ormai andato e c'è il rischio del contraccolpo e dell'eccesso di delusione per una squadra che un mese fa era in corsa su tutti i fronti e ora è ad un passo dal "triplete al contrario", perchè potrebbe rimanere a mani vuote e questo è il rischio che si corre quando si vuole provare a vincere tutto, a maggior ragione con una squadra ridotta ai minimi termini dagli infortuni. Addirittura sono già iniziati i processi e le ipotesi per il futuro e fra i grandi imputati c'è, ovviamente, l'allenatore Allegri; sarebbe più giusto rinviare certi discorsi a fine stagione o, almeno, al momento in cui anche l'aritmetica condannerà i rossoneri ad un secondo posto che molti considereranno deludente ma che rimane onorevole, soprattutto visto l'andamento della stagione, con una rosa quasi costantemente falcidiata dagli infortuni. Personalmente ritengo che Allegri abbia poche colpe e che, anzi, abbia ottenuto risultati egregi, proprio in considerazione delle molte difficoltà che ha dovuto superare; se ora la squadra corre poco e sembra scoppiata, bollita, in grave difficoltà fisica, non si può gettare la croce addosso solo a chi la allena sul campo, ma bisogna considerare anche le responsabilità di chi ha costretto lo staff tecnico ad interrompere la preparazione in estate per andare a Pechino a giocare la Supercoppa Italiana; la preparazione della squadra è stata incompleta e poco curata e certe cose si pagano a fine stagione, quando la spia della riserva si accende all'improvviso e non si può far nulla per spegnerla, perchè non si può più "fare rifornimento". Ad Allegri, poi, sono state rimproverate alcune scelte di formazione nella partita di domenica, cioè l'impiego di Seedorf e Robinho, ma sappiamo benissimo che il brasiliano, insieme a Cassano, è il partner preferito da un certo Ibrahimovic, che, invece, gradisce meno avere al fianco sia El Shaarawy che Maxi Lopez, anche perchè quest ultimo viene considerato più un'alternativa allo svedese che un eventuale partner. E' risaputo che Ibra va accontentato, altrimenti comincia a fare i capricci e si fa venire il "mal di pancia" (ricordo solo la sfuriata dopo la partita di Londra perchè Allegri aveva osato schierare il tridente che a Ibra non va), quindi anche in questo caso il tecnico ha solo provato ad assecondare i voleri del giocatore "simbolo" e poi è tutto da dimostrare che con altri attaccanti in campo la partita sarebbe finita diversamente, perchè il calo psico-fisico è generale e, soprattutto, il rendimento degli attaccanti è legato al gioco della squadra e quello del Milan ultimamente è lento e poco incisivo.
La cosa davvero importante in questo momento è rimanere uniti e compatti, reagire da grande squadra al momento delicato, tornare alla vittoria e provare a credere all'impossibile, perchè la corsa scudetto è compromessa ma non ancora conclusa. Invece nell'ambiente Milan si sentono scricchiolii sinistri da tutte le parti: Seedorf che reagisce male ad una sacrosanta sostituzione (stava giocando in modo pessimo) e se ne va negli spogliatoi senza passare dalla panchina, Ibrahimovic che sembra svogliato e indisponente per larghi tratti della partita, salvo poi svegliarsi nel finale e risultare ancora una volta decisivo, il pubblico che fischia alcuni giocatori (fra i quali proprio Ibra) e l'intera squadra alla fine del primo tempo. Non c'è più quell'impressione di compattezza, non si rema più tutti nella stessa direzione e ciò è negativo più dei tre punti di distacco; certo non aiutano le tante voci che ormai vedono Allegri lontano da Milano a fine stagione, mentre sarebbe giusto e onesto confermarlo e dargli la possibilità di riscattarsi in una stagione con la rosa al completo e senza una lista impressionante di infortuni. Non ci sarà mai la controprova, ma io vorrei rigiocarmi molti scontri diretti in campionato e coppe varie con la formazione titolare e poi vedere come va a finire, perchè resto convinto del fatto che il Milan sia ancora la squadra più forte in Italia, a patto di vedere in campo il vero Milan; non è giusto parlare di squadra non competitiva ai massimi livelli giudicando partite giocate senza Boateng, Pato, Cassano, Gattuso, ultimamente anche Thiago Silva e, a rotazione, molti altri e, soprattutto, con tanti giocatori stravolti dalla stanchezza per aver dovuto tirare la carretta per molte settimane o mesi senza la possibilità di riposarsi e venire alternati. Facile lodare e apprezzare la Juve che corre e lotta, ma ricordiamo che il Milan ha giocato ben undici partite in più dei bianconeri e che la Juve ha fatto una preparazione estiva più completa e mirata e ora ne trae gli ovvi benefici. A mio parere il Milan non merita la valanga di critiche che provengono da più parti (tifosi, addetti ai lavori ecc. ecc), a maggior ragione in questo momento in cui lo scudetto è ancora teoricamente possibile. Rinviamo i processi a metà maggio e proviamo a restare concentrati sul presente, che vuol dire Genoa e una partita solo teoricamente scontata e facile, perchè i liguri hanno l'acqua alla gola, sono ad un solo punto dalla zona retrocessione e non possono più sbagliare. Allegri non rischia l'ormai recuperato Thiago Silva, quindi, vista anche la squalifica di Bonera e la seconda assenza consecutiva dalla lista dei convocati di Mexes, non c'è alternativa alla coppia centrale Nesta-Yepes; convocato, invece, Boateng (ma dovrebbe partire dalla panchina), al contrario di Seedorf e Robinho (chiaramente fuori forma), quindi il mister dovrebbe rilanciare Cassano dal primo minuto al fianco di Ibrahimovic e potrebbe fare anche qualche altro cambiamento per provare a rivitalizzare una squadra in difficoltà dal punto di vista fisico; nulla da dire, invece, sul piano dell'impegno, visto che anche contro il Bologna il Milan non ha mollato fino alla fine, ha pareggiato in extremis e, paradossalmente, ha avuto quasi più occasioni nei minuti di recupero che nei precedenti novanta e ciò andrebbe apprezzato e applaudito. Sarebbe giusto crederci ancora tutti insieme e provare a non mollare, ma i tifosi, già un po' scarsini domenica scorsa, sicuramente saranno ancora meno questa volta (nonostante si giochi in un giorno festivo anche se è mercoledì) e continuo a pensare che San Siro mezzo vuoto nel momento decisivo di un campionato e di una stagione metta tristezza e malinconia, perchè dovrebbe essere il pubblico a trascinare la squadra e non viceversa, ma evidentemente nel popolo rossonero molti ormai pensano che la vittoria sia un diritto divino e che ci si debba scomodare a venire allo stadio solo quando c'è da festeggiare qualcosa. Purtroppo ormai la sensazione è che ci sia davvero poco da festeggiare in questa stagione, ma non bisogna lasciarsi andare al pessimismo e alla delusione; proviamo a crederci ancora anche se sembra impossibile, cerchiamo il riscatto, chiudiamo alla grande questo campionato e, soprattutto, non molliamo, in campo e sugli spalti, perchè è bello gioire insieme ma è giusto anche soffrire e lottare insieme, indipendentemente dai risultati e provando a dare sempre il meglio di se stessi, cosa che questa squadra ha sempre fatto, anche se qualcuno sembra non averlo capito.
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