...Lo smemorato Conte e le "fesserie" che valevano uno scudetto

...Lo smemorato Conte e le "fesserie" che valevano uno scudettoMilanNews.it
© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport
lunedì 30 aprile 2012, 16:15Focus On...
di Emiliano Cuppone

Il campionato sembra essere ormai avviato sulla strada che porta a Torino, più precisamente in Corso Galileo Ferraris, n. 32, magari facendo una capatina a Vinovo, un percorso tricolore lungo 38 giornate che sembra premiare la Juventus di Antonio Conte.
La squadra del tecnico salentino sotto molti aspetti sembra meritare la leadership in Serie A, la Vecchia Signora ha espresso un calcio per lunghi tratti spettacolare, sotto il punto di vista della manovra e della fluidità molto spesso il migliore in Italia. La Juventus ha avuto il merito di non mollare quando sembrava che il diavolo avesse dato la zampata decisiva alla corsa scudetto, nonostante gli infortuni, nonostante quel “maledetto” gol di Muntari.
Ecco, il gol fantasma del ghanese nella superfida del 25 febbraio, è questo il vero pomo della discordia, il momento che potrebbe aver cambiato il corso del campionato, come sostenuto da Robinho già alla fine del primo tempo di quella sfida, quando disse che quella rete sarebbe potuta valere uno scudetto. In casa rossonera sembrano essere tutti dello stesso avviso, dai vertici societari, con Adriano Galliani che andò a mostrare tutta la sua rabbia già nell’intervallo, fino ad Allegri che, rispondendo rigorosamente a domande che gli venivano poste sull’argomento, ha sempre risposto che quella rete avrebbe potuto avere un peso importante sulla corsa scudetto, sostenendolo con coerenza tanto quando era lepre, quanto quando, suo malgrado, è divenuto cacciatore.
Dello stesso avviso non sembra essere Antonio Conte, la sua reazione di ieri alla domanda circa il peso degli episodi sul campionato è stata emblematica, il tecnico bianconero ha risposto con un perentorio: “A me piace parlare di calcio, non mi piace sentire fesserie”, andando via visibilmente infastidito, quasi schifato, strappandosi l’auricolare e lasciando lì i giornalisti di “Mediaset” ed il collega Allegri.
Dunque, per Antonio Conte gli episodi altro non sono che fesserie, in quanto tali ininfluenti sul cammino del campionato, nulla cui dare rilevanza, su cui soffermarsi o rilasciare dichiarazioni, per cui fare il giro delle “cattedrali” televisive a sbraitare, gettando fango sulle istituzioni calcistiche e non solo.
Eppure c’era qualcuno, non ricordiamo esattamente chi, ma scusate la memoria a volte fa cilecca anche a noi, che sosteneva che: “I risultati, gli scudetti, le qualificazioni in Europa si ottengono anche grazie agli episodi”. Sempre la stessa persona, di cui ci sfugge il nome al momento, sosteneva di avvertire una strana aria, riferendo più precisamente: “Avverto un’aria strana, un’aria brutta. Per un uomo di sport è brutto avvertire certe cose, sono deluso, non mi sarei mai aspettato di dover constatare una cosa del genere”.


Lo stesso soggetto, ma siamo “certi” che non si trattasse di Conte, si scagliava contro il sistema, quello arbitrale e quello giornalistico sostenendo che: “Se si sbaglia a sfavore della Juventus non si paga, non ne viene dato risalto a livello giornalistico. Al contrario si sei sbaglia favorendo la Juve si ha paura di essere ammazzati il giorno dopo”.
Ma a dire queste cose, un paio di mesi fa, non era Antonio Conte, non poteva essere lui, non potrebbe mai aver cambiato idea così velocemente, o forse sì?
Lo scudetto, molto probabilmente, andrà alla Juve, come si è detto all’inizio con grande merito della squadra e del suo allenatore che, sul campo, ha mostrato grande padronanza della situazione, riuscendo a sfruttare molto abilmente gli scivoloni inaspettati di un Milan sprecone e colpevole.
Allo stesso tempo, senza che questo sia un alibi per gli evidenti errori rossoneri, il gol di Muntari pesa e non poco, una rete che poteva valere 4 punti (i due punti che poteva guadagnare il Milan, più il punto che avrebbe potuto perdere la Juventus, più quello virtuale che viene “regalato” ai bianconeri dalla supremazia negli scontri diretti). Ammettere il peso di un errore piuttosto evidente sarebbe dimostrazione di eleganza ed intelligenza, non delegittimerebbe in alcun modo il valore dell’incredibile cavalcata bianconera, cammino splendido che è saputo andare oltre ogni più rosea aspettativa.
Ridurre al rango di fesserie gli episodi, quelli che qualche tempo fa erano fondamentali per raggiungere gli obiettivi, quelli che prima creavano aria strana ed erano meritevoli di maggiore risalto giornalistico, ci sembra piuttosto azzardato, ci sembra dimostrazione di incoerenza o quantomeno di scarsa memoria. La reazione avuta dallo “smemorato” Antonio Conte ieri ci sembra quantomeno esagerata. Un’indignazione evidente che non trova conforto negli atteggiamenti passati del tecnico bianconero, un vuoto di memoria con un cambio d’indirizzo incredibile, o forse, molto più semplicemente, un atteggiamento incomprensibile. Tale è il comportamento di chi s'infuriava per un mezzo rigore non concesso contro una piccola, valutandolo come un episodio fondamentale nel cammino di una stagione, mentre giudica fesseria un gol negato in uno scontro diretto che, al momento, fa numericamente la differenza in classifica. E' incomprensibile l'atteggiamento di chi chiedeva che fosse dato il giusto risalto giornalistico agli errori sfavorevoli alla propria squadra, ed oggi chiede che si stenda un velo pietoso su quelli che l'hanno favorita, negando visibilità ad un argomento che non gli è congeniale.