Fuoco incrociato tra Milan e Spagna: per un Pep che arriva un Ibra che va?
Mancano solo tre giornate, duecentosettanta minuti per l’esattezza, alla conclusione dei giochi. Chi ancora spera nello scudetto rossonero, chi invece ha già pronti ago e filo per cucire il tricolore, ma per carità non le tre stelle, sulla casacca bianconera. Un campionato che il Milan ha vissuto da protagonista, un campionato costellato però di molti infortuni in casa rossonera che inevitabilmente hanno condizionato il cammino dei rossoneri verso la vetta della classifica. Ora Allegri ha di nuovo tutti a disposizione, ma il tempo rimasto per applicare la sana legge del turnover in chiave gestione risorse è ormai scaduto. Gioca chi risulta determinante, chi può avere quel guizzo in più per ottenere la vittoria, chi ha maggiori energie a disposizione da condividere con i compagni. Stasera sarà l’Atalanta l’ennesimo test per capire quanto il Milan possa avvicinarsi all’impresa. Dopo la vittoria contro il Siena, Allegri si confronta con un’altra neopromossa, che però ormai ha ben superato i problemi relativi alla salvezza. Colantuono l’ha affermato candidamente, lotteranno fino all’ultimo i suoi uomini, per cercare di rendere ancora più candida la coscienza di ognuno dopo l’annata trascorsa a rimpiangere i trascorsi che hanno prodotto quella penalizzazione pesante e difficile da gestire anche in chiave umorale. Anche il Milan ha qualche rimpianto, legato soprattutto all’assenza per sei mesi di un giocatore chiave. Quell’Antonio Cassano che da subito aveva preso per mano i compagni, che da subito aveva trovato nel feeling con Ibrahimovic, vera arma letale per il diavolo. I due compagni d’avventura si trovano a memoria, si stimolano, si guardano complici. Due uomini arrivati da un’infanzia borderline che hanno subito trovato il giusto codice per capirsi, per stimolarsi l’un l’altro, per diventare indispensabili, l’uno per l’altro, nel mantenimento dell’equilibrio tattico della squadra. Cassano è tornato, spronato anche dalla forte volontà di tornare a vestire la casacca azzurra. Cassano è rinato, dopo lo spavento che aveva fatto fermare anche i nostri di cuori e che aveva gettato, in alcuni momenti, anche Ibra nel più totale sconforto. Cassano è un uomo chiave di questo Milan, ma soprattutto è l’unico in grado di far esplodere completamente il talento dello svedese sotto porta. Quando la fantasia del ragazzo di Bari vecchia scende in campo, Ibrahimovic ringrazia e concretizza, quasi senza difficoltà, per poi allargare quelle braccia e accogliere accanto al cuore il compagno di reparto, l’amico di sempre. Il Milan ringrazia, ovviamente, ma qualche rimpianto ora non può non emergere, visto che tutto ormai sta finendo, visto che conti alla mano non ci sono più troppi margini per continuare a duettare indisturbati in attesa di un passo falso degli avversari.
Questo potrebbe essere, tra tre giornate, il punto di partenza di una nuova stagione.
Potrebbe.
Le voci incontrollate di un mercato sempre più in agguato cominciano a circolare e a destare nei tifosi rossoneri qualche preoccupazione. Nubi scure all’orizzonte sembrano raccontare di un colloquio in prospettiva tra Ibrahimovic e Mourinho, l’allenatore prediletto, quello per cui, citando testualmente le parole di Ibra nella sua biografia: “Una persona per la quale, più o meno, sarei stato disposto a morire”. Magari è la solita boutade che sconvolge le acque ancora calme prima del temporale estivo, magari invece l’eclettico tecnico del Real Madrid, eliminato dalla Champions quasi a sorpresa, inginocchiato davanti alla panchina durante la lotteria dei rigori, stava già pensando a come rendere ancora più forte la sua squadra, a come accontentare la velleità da Champions del suo pargolo prediletto, quell’Ibrahimovic che caratterialmente lo aveva quasi nominato padre putativo.
E non basta questa notizia a sconvolgere gli animi. Sempre a tre giornate dalla fine si parla molto anche di mister Allegri. Qualche giorno fa si parlava del via libera dato da Berlusconi per poter portare a Milano Pep Guardiola, che in occasione del doppio incrocio in Champions aveva raccolto i complimenti presidenziali. Tutto però sembra essere stato smentito dalle parole di Allegri che rincuorato da una telefonata del Presidente, si dice tranquillo di poter continuare a guidare i rossoneri anche dal prossimo luglio. Eppure qualche cosa lega a doppio filo queste due notizie, vere o false che esse siano. Se davvero Berlusconi avesse deciso di chiamare dalla Spagna il talentuoso Guardiola, non mi stupirei di veder dunque partire Ibrahimovic verso altri lidi. I rapporti con il quasi ex tecnico blaugrana, lo si sa, non sono mai stati idilliaci, soprattutto quando Zlatan si vide messo da parte per far posto all’escalation di Messi. Tre giornate, solo tre giornate e le carte verranno scoperte. Tre giornate e tutti noi verremo catapultati nel calcio da taccuino, quello delle strategie internazionali, quello dei contatti e delle voci che si rincorrono. Tre giornate e a questo campionato verrà affissa la targhetta “game over”. Da li si riparte, da li si progetterà davvero il futuro. A noi poveri cronisti il compito di raccontarvi le strategie messe in atto, a noi cronisti e tifosi l’onore di seguire da vicino l’operato della squadra che ha lasciato, più di tutte un segno nella storia. A noi il piacere di raccontarvi un sogno chiamato Milan, affinché tutto il resto, davvero, diventi solo noia.
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