LA LETTERA DEL TIFOSO: "La diaspora" di Lorenzo
Doveva finire prima o poi. Come tutte le cose. Belle o brutte. Ma c'è modo e modo.
Un "fuggi fuggi" generale, una vera e propria diaspora che mai s'era vista al Milan. Forse negli anni delle retrocessioni. Forse.
Non era così che dovevamo salutare Nesta, Inzaghi, Gattuso, Seedorf: quattro giganti della nostra storia, oggi visti quasi come un peso, qualcosa di troppo, come se fossero un giocattolo rotto, o un gadget tecnologico ormai fuori moda.
Così. Via. Uno dopo l'altro nel giro di pochi giorni. Apri le prime pagine dei siti web e ti sembra che non abbiano cambiato nulla da 48 ore, solo i nomi avanti al solito " …lascia il Milan".
Allora penso: forse era meglio che ci avessero lasciati l'anno scorso. L'avremmo avuti un anno in meno. Ma forse già quest'anno li abbiamo visti davvero poco in campo.
Ma il loro addio alla nostra maglia avrebbe avuto un sapore diverso, più bello. I festeggiamenti del 18° scudetto dopo la partita col Cagliari a San Siro un anno fa sarebbero stati il giusto modo per celebrare questi campioni. Per salutarli in maniera dignitosa. Quella dignità meritata sul campo per aver contribuito ad un altro trofeo. Il sipario sarebbe calato, gli applausi sarebbero andati avanti per minuti. Succederà anche domenica sicuramente. Ma chiudere in bellezza sarebbe stato molto più gratificante per loro e per noi.
Nessuno poteva prevedere un'annata storta, vero. Ma forse qualcuno lì, ai piani alti, dovrà mettersi la mano sulla coscienza per alcune scelte. Rinnovare a Clarence e Pippo, quando ormai non rientravano nei piani del tecnico se non come seconde (o terze) scelte, è sembrato ai più una presa in giro nei confronti dei calciatori e dei tifosi. Sarebbe stato più giusto e onesto un "Grazie di tutto ragazzi per quello che avete dato alla nostra causa in questi anni, ma…" e così via. I tifosi avrebbero capito. I tifosi si sarebbero commossi certo, così come accadrà domenica pomeriggio.
Gli stessi tifosi che, forse, avrebbero retto meglio l'addio di questi quattro highlander nel giro di due anni. Piuttosto che vederli salutare così, dopo una stagione amara, tutti e quattro insieme contemporaneamente. E magari perfino in un giorno in cui qualcun altro che, 12 mesi fa piangeva a Milanello, ora mostra segni di ingratitudine da Torino. Con all'orizzonte nubi oscure per il futuro del Milan, sempre più enigmatico. Alzi la mano chi domenica sera non si chiederà: "E adesso?".
Poteva essere un altro addio. Doveva essere un altro addio. Diverso. Più bello. Ma nel cuore ci porteremo comunque tutto ciò che di ancor più bello abbiamo vinto insieme. Ricordi bellissimi che il tempo non cancellerà. Voi con noi. Noi con voi. E vi ringrazio così, con i nomi che magari si usano tra gli amici, in famiglia. La nostra famiglia. Di cui avete fatto parte.
Grazie Sandro. Grazie Pippo. Grazie Rino. Grazie Clarence.
LORENZO VITULANO
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