Telelombardia- Ora tocca a Pato?

Brutto dirlo adesso, nel momento del commiato, dei frammenti di memoria, delle istantanee struggenti, però Kakà ha fatto scuola. Consumata la separazione consensuale tra Ricky e il Milan, adesso si apre un nuovo teatro di guerra per Galliani. Sotto un altro, tocca a Pato, ora, battere cassa e bussare a danari. Comincia un nuovo tormentone sulla falsariga di quello che ci ha accompagnati per sei stagioni. Un altro campioncino uscito dal bozzolo e divenuto splendida farfalla, un altro brasiliano baciato dagli dei del calcio . Alexandre Pato suona ora lo stesso disco del suo illustre predecessore, con discutibilissima scelta di tempo e cinico opportunismo, nel momento in cui la ferita ancora sanguina e la rabbia dei tifosi ribolle oltre il livello di guardia. Alexandre Pato cavalca il destriero inglese, comincia a fare velate minacce, a usare i se e i ma, a vedere se è possibile monetizzare i sentimenti dei tifosi e il difficile momento di chi amministra il Milan. Poteva dirci: "Tranquilli, ci sono io. Sono pronto a prendermi le mie responsabilità, a diventare per il Milan il nuovo Kakà". Invece no.

Parte un'altra canzone, fatta di "vedremo, parleremo", di "sentiremo Ancelotti", di "è un onore essere stimato dal Chelsea". Ha 19 anni Alexandre Pato, ma di come gira il mondo ha già capito tutto. Brutto dirlo, ma ha avuto un buon maestro. Sa come si scala la montagna dei salari, come si costruisce l'escalation degli aumenti, come si conquista uno stipendio d'oro. In sei stagioni Kakà è passato da poco più di un milione a dieci. Pato ha fatto tempo a prendere buona nota. E oggi parla così. Cominciamo anche noi a prenderne buona nota. E' tempo di aprire gli occhi, gente: chi non ama il Milan, non si merita il Milan