Ibra resta! Non perdere l'occasione per scrivere un nuovo capitolo di storia rossonera
Caro Zlatan,leggere di questo torment one creatosi attorno al tuo possibile addio al Milan è un vero e proprio colpo al cuore. Quando sei arrivato a Milano, finalmente sulla sponda del Naviglio rossonera, devo dirti che davanti ai miei occhi sono passate come indiavolate le numerose immagini relative ai tuoi trascorsi, un po’ da nomade, nel calcio che conta. Eppure sapevo in cuor mio che avrei dovuto cancellare alcune di quelle sequenze, legate soprattutto alla tua voglia di continuo cambiamento alla ricerca di una squadra in grado di metterti al primo posto, senza che nessuno dei tuoi compagni potesse rubarti la scena. Un discorso un po’ anomalo, a dire il vero, parlando di sport di squadra, ma sono altresì convinta che con una individualità forte e possente come la tua, questo sia il normale menage da adottare per continuare ad essere vincente. Poi arrivi al Milan. Il tormentone mediatico al tuo arrivo ha riproposto tutte le accezioni negative legate al tuo modo d’essere: ti chiamavano “zingaro”, dicevano che stavi scappando dall’ennesima delusione di spogliatoio. Ti sei presentato a noi con parole forti, con quell’accento che ancora non riesci a perdere soprattutto quando parli con enfasi: “hei ricordati sono venuto qui per vincere”. E hai vinto. Abbiamo vinto anzi, perché da soli nel calcio non si ottiene nulla. La tua consacrazione nell’ennesimo campionato archiviato in bacheca non mi ha stupita. Sei “mister scudetto” e proprio questo aspetto ha lasciato fino alla fine la flebile speranza di poter vedere ancora la mia squadra trionfare, proprio perché sapevo, so, che con un trascinatore come te tutto è possibile. Invece quest’anno ha vinto la Juventus, un gruppo amalgamato e guidato ad opera d’arte da un tecnico che forse aveva molti più sassolini da togliersi dalle pesanti scarpe, rispetto alla tua voglia di importi. Ha vinto il gruppo, ha vinto un gioco dinamico e diverso, han vinto loro insomma. E ora si volta pagina.
Il Milan in Champions non è riuscito a passare indenne contro la squadra che ti aveva regalato gioie ma soprattutto dolori. E tutti ad accusarti di non essere determinante nelle partite che contano. No: questo è un commento semplicistico. Non ci sto. Anche in questo contesto, per quanto prestigioso, vince chi gioca unito e tu ti sei sacrificato come e più degli altri, anche a scapito del tuo personale modo di giocare a calcio. Ho visto un Ibra sacrificarsi a giocare anche in mediana, a diventare costruttore di un gioco che dopo la metà campo, nel doppio confronto ravvicinato, sembrava perdersi nel nulla. Hai dimostrato spirito di sacrificio, umiltà e soprattutto hai delineato con le tue parole una chiara analisi di cosa non ha funzionato.
Archiviato anche questo insuccesso hai poi trascinato ancora il Milan verso la volata finale. E ora?
Non posso pensare che realmente i rumors, le indiscrezioni, le offerte faraoniche possano allontanarti ancora una volta dal tuo ambiente naturale. Perché sono convinta che al Milan tu potrai toglierti molte soddisfazioni. Altrimenti perché avresti accettato di accasarti qui?
Ho visto un Ibrahimovic maturo rimanere alla corte di Galliani, ho visto un uomo capace di imporsi.
Un uomo: non una macchina, un robot mero esecutore di una tecnica vincente.
Dopo l’uscita della tua biografia ho anche capito quali sono i tratti salienti del tuo carattere e di certo ho iniziato a guardarti, seguirti, commentarti, criticarti anche, con una percezione diversa.
Quello che mi aspetto ora, da tifosa, da amante del calcio quale sono, è di poterti vedere ancora in rossonero.
Si parlava di progetto, già due anni fa. Si parla di costruire una squadra in grado di potersi imporre anche in tempi di crisi. Gli addii commemorati durante l’ultima giornata di questo campionato lasciano un grande vuoto, sia prettamente emotivo che tecnico, ma soprattutto liberano la scalata alle gerarchie dello spogliatoio. Nell’ultima partita contro un Novara che aveva voglia di lasciare con un buon ricordo la serie A, ti sei sacrificato per i tuoi compagni, per lasciare a loro il palcoscenico nell’ultimo atto della loro storia rossonera. Questo è un atteggiamento da leader, affermato o in fase di consacrazione: questo non importa. Non conosco le dinamiche dello spogliatoio rossonero ora che i senatori piano piano hanno raccolto le loro cose e hanno lasciato vacanti gli scranni decennali. Ma sono certa che nessuno meglio di te potrebbe ridare equilibrio alle dinamiche interne di questa squadra. Sei un campione indiscusso, un giocatore idolatrato dalle folle e preso ad esempio anche dai giovani talenti. Caratterialmente sono certa che la tua cattiveria agonistica, la tua voglia incondizionata di fare sempre tutto al meglio, di vincere, possano essere da stimolo e da esempio anche per le nuove leve, anche per quei giocatori che arriveranno a Milanello per la loro prima vera esperienza in una squadra blasonata come il Milan. Allora fermati Ibra, diventa il perno attorno ci ricostruire una pagina di storia. Tu hai tutte le qualità, hai la fiducia incondizionata dei vertici del Milan, hai l’amore anche morboso dei tifosi a sostenerti nell’ennesima impresa. Hai concluso poi, quella frase, con quella cadenza così unica dicendo “ … e questo anno vinciamo tutto”. Io punto su di te, punto sul Milan che deve riprendere un ciclo vincente, che dopo un’assenza reiterata nel calcio dei campioni, ha bisogno di un trascinatore affamato di gloria come lo sei tu.
Il mercato ha aperto i battenti, Galliani è accerchiato: dovrà allontanare le sirene multietniche pronte a stregare le intenzioni di Thiago Silva, pronte e farsi sentire con forza anche alle tue orecchie. Intanto da via Turati stanno cercando di ripartire con un Milan che possa essere efficace anche contro le ingenti difficoltà economiche. Tu non puoi essere l’ennesimo mattone traballante di questa estate, pronta come ogni volta ad essere invasa dai tormentoni di mercato. Mettiti una mano sul cuore, per questo gruppo che ti ha accolto come in una famiglia, rimani e sposa la causa rossonera. Questa è la tua casa, questo il tuo posto, questo è il momento per dimostrare, anche agli scettici, che il giovane Ibra è ormai diventato uomo.
E se arriveranno compagni di avventura blasonati, la vostra unione farà la forza. In caso contrario avrai il compito di educare le nuove leve: solo chi vince può raccontare ed inculcare nelle menti altrui la mentalità vincente. E tu vincente lo sei.
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