Rossonero con riflessi azzurri: l'orgoglio e la chiusura del cerchio
Si parla tanto, anzi solamente, di calciomercato. Si fanno i nomi – tutti altisonanti – di quelli che per caratteristiche e prestigio sono più divertenti da accostare alle altre squadre. Le pagine dei giornali sono dominate dalle foto Ibra e Thiago: immagini che li ritraggono in smorfie di indecisione, o magari di delusione, ad appoggiare in maniera più completa le tesi secondo cui lo svedese e il brasiliano il prossimo anno non vestiranno la casacca rossonera. Prima o poi dovranno finire, queste foto, dovremo tornare a vederli sorridere, anche se di fandonie – a proposito dell’interessamento di altri club – non possiamo parlare. Entrambi piacciono al City, ormai è risaputo, così com’è innegabile l’affetto che i due troverebbero in Spagna (sponda madrilena e catalana, rispettivamente). Ma siamo sicuri che il mercato in uscita sia l’unico argomento degno di attenzione, in questo momento dell’anno? La risposta è: no. A due settimane esatte dall’inizio di Euro 2012 e a sedici giorni dall’esordio azzurro, a Coverciano si lavora e si sorride. Ci si allena con la concentrazione, ma anche con l’ironia e lo spirito giusto. Quando c’è di mezzo gente come Cassano e Balotelli, del resto…Entrambi non vedono l’ora di cominciare, legati come sono da un rapporto di stima e di amicizia, oltre che da quell’affinità caratteriale che li rende inimitabili (con buona pace di Stramaccioni).
Mario sta bene al City (per ora), Antonio sta altrettanto meglio al Milan. La famiglia che lo ha voluto, abbracciato, ringraziato, poi curato e riabbracciato ancora. E che ora sorride. Sì, perché dalla Coverciano rossonera giungono solamente buone notizie, e molte di esse sono legate proprio al nome del genio barese. Autore della rete del vantaggio in occasione dell’amichevole andata in scena contro i veneti della Virtus Vecomp, e di un assist per Di Natale. Antonio sta bene, ha la gamba sciolta, la vena creativa ispirata e la voglia di essere protagonista. Vuole che questo sia il suo Europeo, anche perché sa di poter contare sulla instancabile assistenza dell’altro Antonio rossonero: quel Nocerino che segna e suggerisce, corre ed inventa, si arrabbia ed incoraggia, e che tanto è servito (e servirà) al nostro centrocampo. Nostro, ovvero del Milan. Nostro, nel senso di azzurro, come tra poco dovremo (ri)abituarci a dire.
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