Caso Thiago, ecco le due offerte rifiutate dal Milan. Tra stadio e nuovi azionisti: la situazione aggiornata. Patto Galliani-Preziosi sul mercato e quella numero 9 che chiede un padrone...
Sono bastati due giorni per far scatenare il putiferio intorno al mercato del Milan e alle sue vicende societarie. Sono bastate 48 ore con Adriano Galliani ormeggiato insieme alla MSC Splendida al porto di Barcellona per aver già venduto Thiago Silva ai catalani senza però pensare alle condizioni economiche nelle quali verte Bankia (la banca più importante di Spagna che ha finanziato anche il Banco Catalano), la quale è al centro di continui (e giustificati) rumors in merito all’utilizzo dei fondi dell’Unione Europea che ha destinato, negli anni passati, al calcio. Insomma, come già detto, basta poco che c’è vo’ a sparare sul Milan le cui casse non vertono, di certo, in una situazione particolarmente rosea ed è da qui che si è tornati a parlare di conflitti interni con scenari che vedrebbero i figli del presidente Berlusconi (Marina, Piersilvio e Barbara) alleati contro la fronda sportiva del club rappresentata proprio da Adriano Galliani. Tutte balle. Se è vero com’è vero che Marina, già 10 anni fa, aveva intuito i problemi del Milan iniziando a fare pressione sul padre affinché si liberasse del costoso giocattolo per quanto bello, è altrettanto vero che lo stesso numero uno di via Turati, pur avendo un patrimonio personale di una certa rilevanza, deve pensare al bene delle sue aziende nel senso più ampio del termine con la raccolta pubblicitaria di Fininvest che, in quest’ultimo periodo, non ha reso come ci si sarebbe aspettati. L’apertura a nuovi investitori, in linea prettamente teorica, potrebbe essere una soluzione con la cessione di un pacchetto d’azioni che non superi la quota del 20% ma, anche qui, rientriamo nel campo delle ipotesi.
Al Maktoom (quello vero), Gazprom, Taçi Oil e altri possibili investitori vengono accostati, a intervalli regolari, alla società rossonera ma ci sono problemi strutturali e socio-economici di non poco conto come, ad esempio, lo stadio di proprietà. Sette giorni fa vi spiegavo la posizione del Milan in merito alla costruzione di un impianto tutto suo, ora emergono nuovi dettagli in merito a tale annosa questione. Il consorzio San Siro 2000, composto dai due club meneghini, ha firmato il contratto d’affitto con il comune di Milano per la gestione di San Siro fino al 2016 con forti penali da dover versare alle casse di Palazzo Marino in caso di risoluzione anticipata dell’accordo stipulato. Una spada di Damocle che pende sulle teste dei dirigenti delle due società che hanno come obiettivo quello di portare lo stadio alla categoria 5 stelle UEFA per poter ottenere dalla stessa federcalcio europea l’assegnazione della finale della Champions League proprio del 2016. Galliani è stato chiaro anche su questo così come ha fatto capire alcune cose sul mercato partendo dalla situazione riguardante Francesco Acerbi.
Il difensore centrale, attualmente a metà tra Genoa e Chievo, rischia di veder risolta la sua compartecipazione alle buste. In quest’ottica, il Milan tifa per il Grifone in quanto c’è già un accordo sulla parola tra Galliani e Preziosi per l’arrivo dell’ex Reggina in quel di Milanello ma c’è un retroscena emerso negli ultimi giorni sul presunto gelo di qualche giorno fa tra il presidente rossoblù e Pietro Lo Monaco sulla trattativa: pare infatti che ai due dirigenti non sia andata giù la troppa esposizione mediatica da parte del giocatore e del suo agente e più che una minaccia al Milan di non mantenere la parola data, era un avviso ai naviganti. Capitolo Thiago: il Milan ha rifiutato 40 milioni di euro dal Paris Saint-Germain per decisione imperiale di Silvio Berlusconi che ha dato mandato a Galliani di non trattare con nessuno il brasiliano in quanto Zlatan Ibrahimovic, come volevasi dimostrare, non ha un mercato vero e proprio e le presunte richieste che Raiola avrebbe proposto a Leonardo per l’ingaggio (14 milioni di euro netti all’anno fino al 2014), hanno fatto tremare i polsi del brasiliano. Mentre Flamini continua a non rispondere all’offerta del Milan (1,5 milioni contro i 2,2 che vorrebbe il francese), i rossoneri monitorano, in entrata, colpi a low cost a centrocampo mentre in attacco c’è sempre quella maglia numero 9 da assegnare. Sarebbe la prima volta nella storia rossonera, da quando ci sono i numeri fissi abbinati ai giocatori, che tale numero non venga assegnato a qualcuno ma si sa, l’estate può portare sorprese e nonostante Galliani dica che il Milan in attacco è a posto così, quando gli si parla di Tevez espone un sorriso a 360°. Chissà…
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