Figli di un calcio malato e vincente
Ci proviamo, ma l’esito non porta successo. Ci proviamo a toglierci dagli occhi quella perla che è stata la prestazione degli azzurri contro la Germania. Ci proviamo a voltare pagina e pensare già alla Spagna, ma non ce la si fa. Un po’ perché possiamo permettercelo, un po’ perché è questo che succede quando si batte la squadra più quotata dell’Europeo, senza lasciargli mai il pallino del gioco, punendola con cinismo e decisione grazie a due gol di un Balotelli da “chapeau” nella serata, fin qui, più importante della competizione. Decisivo, spietato e immarcabile, anche perché assistito alla perfezione da due dei geni schierati da Prandelli a supporto dell’attaccante bresciano. La sensazione generata dalle due prodezze è un misto di gioia e incredulità: “Chi è che si perso Balotelli? Badstuber”. Ma soprattutto: “Cos’ha fatto Cassano???” E’ stata probabilmente la giocata più bella della serata quella confezionata dal n.10 in occasione del primo gol azzurro. Tutti ad aspettarsi un retropassaggio per l’accorrente Chiellini, evidentemente piazzato meglio per crossare. Piazzato meglio, dando ascolto alla logica, che suggerisce sempre la risposta più efficiente; un compagno come gli altri ascoltando i consigli del genio, che con la logica non va mai d’accordo. Ecco allora che il piccoletto, contorniato da due spilungoni, senza nemmeno alzare la testa cerca e trova lo spazio per il cross vincente. I due spilungoni sono naturalmente Boateng (rivedibile ieri sera come in altre apparizioni, anche con la maglia del Bayern) e Hummels, che viceversa è uno dei più forti centrali in circolazione, accostato, tra le altre, anche al Milan in tempi non sospetti.
Forza fisica e tecnica invidiabile: la miscela perfetta, l’antidoto infallibile per uno stopper. Almeno fino a quando non ti trovi di fronte l’atleta capace di sparigliare le carte e far vacillare la tua sicurezza. Almeno fino a quando non ti capita la serata che non puoi sbagliare, quella in cui devi dimostrare veramente chi sei. Fino a ieri sera, a Balotelli si imputava l’incapacità di essere decisivo nei momenti importanti. Fino a ieri sera, tanti giocatori tedeschi facevano bella mostra di sé nel novero dei calciatori più infallibili e ambiti al mondo. Da Hummels a Kroos allo stesso Schweinsteiger, fino a Mario Gomez: fiori all’occhiello del calcio europeo. Balotelli no, gli italiani no, esclusi come il loro calcio brutto e malato. Passi pure. Nessuna decurtazione e nessun demerito, solo chiediamo un pizzico di lucidità in più, e che da oggi quel novero contempli anche nomi meno affascinanti, magari non protagonisti in Champions League e di sicuro puniti (inspiegabilmente) dal colore che hanno addosso e dall’attualità del paese che rappresentano. Perché c’è un problema di fondo: i nostri a calcio ci sanno giocare per davvero, a loro delle graduatorie e della Champions non gliene può fregar di meno. Sanno quanto valgono e da oggi sanno anche dove possono arrivare.
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