Milan-Dzeko: un flirt che dura dal 2008
Per la serie: "A volte ritornano". Edin Dzeko, il Milan e un matrimonio che se tre anni fa non s'aveva da fare stavolta potrebbe finalmente celebrarsi. In modi e condizioni decisamente diversi e per una serie curiosa di coincidenze.
Facciamo un passo indietro e catapultiamoci a giovedì 17 dicembre 2008: il Milan, quell'anno in Coppa Uefa, ha in programma la sfida a San Siro contro il Wolsfburg degli italiani Zaccardo e Barzagli. I rossoneri non riusciranno ad andare oltre il 2-2 con gol per i tedeschi proprio dell'attuale difensore del Parma. Ma a colpire maggiormente in quella serata fu un attaccante dalla fisicità imponente, che nessun difensore rossonero riusciva a contrastare e che in più di un occasione ha creato scompiglio. Il suo nome? Edin Dzeko, bosniaco di soli 22 anni che il Wolsfburg era andato a pescare appena un anno prima dal campionato ceco. I dirigenti del Milan quella sera si segnarono il suo nome.
E quel nome fu riproposto proprio a fine stagione. È l'anno dei cambiamenti forti: lascia Ancelotti, lascia Paolo Maldini e soprattutto lascia Kakà per una cifra iperbolica che va a coprire il buco di bilancio. Per la ricostruzione panchina affidata a Leonardo e per la sostituzione dell'asso brasiliano si punta decisi proprio su Dzeko, che nel frattempo parla anche di amore verso i colori rossoneri sin da quando era bambino in Bosnia. Ci sarebbe persino l'accordo già trovato col giocatore e l'acquisto sembrerebbe in dirittura d'arrivo.
Peccato che il Wolsfburg grazie ai gol proprio di Dzeko si è laureato campione di Germania e si appresta a giocare per la prima volta in Champions League. Ergo, il club della Volkswagen non ha la minima intenzione di privarsi del suo gioiello e soprattutto non ne ha la necessità economica per farlo. Nessun negoziato resta possibile, Dzeko resta e il Milan è costretto a guardare altrove, trovando nel finale di mercato Klas-Jan Huntelaar.
Il Wolfsburg riuscirà a tenere Dzeko fino al gennaio del 2011, non senza averlo valorizzato per bene. Acquistato nel 2007 per 4 milioni viene ceduto al Manchester City per 35, fortemente voluto da Roberto Mancini. Il primo anno non è dei migliori e l'adattamento della punta al calcio inglese è lento, appena 2 gol in 15 partite e la forte sensazione oltremanica di aver preso un abbaglio.
La stagione appena passata è quella del riscatto: gioca 43 partite e segna 20 gol. Una rete, pesantissima, contribuisce fortemente allo scudetto più incredibile della storia: è suo il 2-2 al 91' contro il QPR che diventerà infine 3-2 al 93' con Aguero. Basterebbe questo per entrare nel circolo degli immortali, invece non bastassero Balotell, Tevez, Silva e Aguero le voci di mercato di questa estate vedrebbero i citizens vicini a Robin van Persie. Decisamente in troppi per il reparto avanzato ed ecco che all'altare dei sacrificati potrebbe essere proprio lui.
Niente di meglio per il Milan che si rassegna a perdere Ibrahimovic e come tre anni fa si ritrova a incassare una cifra notevole da poter, almeno in parte, reinvestire: i dirigenti puntano a Tevez ma il gradimento di Allegri è nei confronti del bosniaco. E d'altronde spulciando l'attacco rossonero notiamo che fra Pato, Robinho, Cassano ed El Shaarawy più che l'argentino è proprio Dzeko, con la sua fisicità, potenza e abilità nel gioco aereo che manca a un reparto di tanta fantasia ma poca esplosività. Il City, a differenza del Wolfsburg, è disposto a trattare e chissà che non si possa concretizzare un vero e proprio affare.
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