Tapparsi il naso e tifare

Tapparsi il naso e tifareMilanNews.it
© foto di Pietro Mazzara
venerdì 24 agosto 2012, 00:00Editoriale
di Luca Serafini
Giornalista sportivo a Mediaset, è stato caporedattore di Tele+ (oggi Sky). Opinionista per Telenova e Milan Channel. I suoi libri: "Soianito", "La vita è una" con Martina Colombari, "Sembra facile" con Ugo Conti.

Basta. Se ne va dai milanisti, questa estate di miraggi dipinti dalla canicola, evaporati tutti prima di materializzarsi. Se ne va dai milanisti insieme con Nesta, Zambrotta, Gattuso, Van Bommel, Seedorf, Inzaghi, poi anche Thiago Silva e Ibrahinmovic. Infine il pavido Cassano in cerca di coccole, fiducia e vittorie su un'altra sponda. L'estate milanista se ne va e non si porta via nessuna cotta da spiaggia, nessun amorino sotto le stelle, solo due di picche e alzate di spalle, porte sbattute, mal di pancia e dissenterie attraverso schifiltosi, inquietanti giochi di parole come Diarra, N'koulou, Kakà. Se proprio di questo bisogna morire, allora facciamo Kakà. In senso lato. Riportiamolo, almeno è di casa. Lui, Robinho e Pazzini, perché no... I rassegnati a un quarto-quinto posto potrebbero anche avere una sorpresa piacevole. Potrebbero.
Di questo adesso si tratta. Rassegnati, ottimisti, incazzati, fiduciosi, sconcertati, disgustati, speranzosi, abbonati pentiti, evoluti, non evoluti, curvaioli pacifisti, anelli rossi contestatori: unitevi tutti. Basta. Da domenica, Milan-Sampdoria, 1a di campionato, il tifoso deve tifare, con quello che ha, senza far pagare a chi c'è la colpa di non essere Nesta e Thiago, Gattuso e Seedorf, Ibra e Inzaghi. Chi andrà allo stadio, non saranno in molti, dovrà tifare e potrà casomai fischiare. Chi sta a casa resterà milanista, come prima e più di prima. E se è abbonato a qualche pay-tv, avrà uguali diritti di chi va allo stadio, anche se costa di più San Siro tra benzina, parcheggi, panini, biglietti. Aumentati, tra l'altro, ci dicono.
Con la farsa Zè Qualcuno o Qualcosa, si è toccato il fondo, la navigazione a vista con pesca al traino ha rischiato un cozzo rovinoso contro un iceberg di alghe. E nei rapporti Galliani-Allegri, dopo la storia dei troppi cambi durante l'amichevole col Real Madrid, si registra un altro ribasso. Con questo il tifoso dovrà convivere, aggrappato alla maglia e alla bandiera, a pochi nomi per crederci ancora. Ma dovrà crederci, comunque, perché questa è la fede e questa è un po' la vita del tifoso. Abbiamo sparato a salve tutta l'estate, contro l'incomprensibile filosofia di un calciomercato rionale, sperando che qualcosa accadesse e uno straccio di strategia fosse rispolverata. Non è accaduto, da domenica "Forza Milan!", e basta.
Speriamo che il grande Indro Montanelli non si rivolti nella tomba se lo citiamo ora, qui: alla fine degli anni Settanta, profilandosi in Italia una clamorosa vittoria elettorale del Partito Comunista, titolò sulla pagina de "Il Giornale" da lui allora diretto: "Turiamoci il naso e votiamo Democrazia Cristiana", che ne faceva più di Bertoldo. Caro milanista, domenica tappati il naso e fai il tifoso, anche se dovessi restare in apnea per 9 mesi. Il Milan resta l'ossigeno di cui molti di noi si nutrono sin da bambini. Ci ribelleremo nel momento in cui sentiremo strapparci il tubo, allora non avremo pietà. Perché, come ricorda l'amico Andrea Torti, dobbiamo ricordarci di Bertold Brecht che nel 1932 (80 anni fa! Quanto era avanti?) a Berlino scrisse:

Prima di tutto vennero a prendere gli zingari e fui contento, perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei
e rimasi zitto, perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali,
e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti,
e io non dissi niente, perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me,
e non c'era rimasto nessuno a protestare.

Abbiamo pubblicato giovedì una nota sulla pagina di Facebook (clicca QUI) che riassumiamo qui. L'ennesima magagna di Pato ha riacceso (tra l'altro) polemiche sullo staff medico e su Milan Lab. Premesso che Milan Lab non esiste più come struttura da 2 stagioni, è oggi solo un contenitore di numeri e dati, in realtà non ha mai avuto niente da spartire con la preparazione atletica, decisa - appunto - dai preparatori sulla base dei dati in possesso. Tutti i giocatori vanno in privato da medici e specialisti di loro fiducia, questa è la vera stortura: diagnosi e prognosi cozzano in continuazione e così diventa molto, molto difficile lavorare. La tolleranza è uno dei tanti problemi che hanno causato i troppi infortuni dell'ultima stagione.
Milanello è un luogo dove atleti di molte discipline si recano per consulti, da tutto il mondo: possibile che solo Pato abbia problemi di ricadute continue? Nessuno lo ha mai obbligato a fare palestra, per inciso.
Personalmente, agli ultimi 2 medici del Milan (Gianluca Melegati e Rodolfo Tavana) affido da 20 anni le cure mie e di mia mamma, per non dire di quanti altri amici e sportivi, e affiderei loro i miei figli se li avessi. Non ho figli, ma ho avuto un grande papà il quale tra i molti insegnamenti, mi diceva: "Chi è causa del suo mal, pianga se stesso".