Kakà non basta e attenzione al cambio di allenatore...
La preoccupazione maggiore ora è che non basta Kakà. Se la società rossonera non corre ai ripari, il rischio è che la depressione cali in maniera irreversibile sull'ambiente. Anche perché è facile immaginare cosa potrebbe succedere se un gruppo frustrato e depresso non riuscisse più a reagire: la scossa potrebbe darla solo il cambio di allenatore. A quel punto, nonostante Allegri non abbia enormi colpe, la causa del fallimento ricadrebbe inevitabilmente su di lui e un avvicendamento in panchina sarebbe l'unica soluzione per riportare un po' di entusiasmo. Ovviamente al Milan stanno cercando di prevenire questo scenario, ma cominciando con una sconfitta, non si sono certo create le basi migliori per il famoso nuovo ciclo. Il modo in cui i rossoneri sono scesi in campo nel primo tempo è stato a dir poco imbarazzante. Nella ripresa qualcosa di più si è visto, ma non abbastanza e soprattutto niente di eclatante. Nella tribuna stampa di San Siro si sentivano svariati pareri, tra i quali quelli che invocavano alla sfortuna. Certo, forse a conti fatti, il Milan non avrebbe meritato la sconfitta, ma i due pali colti sono stati frutto di situazioni casuali, non certo di azioni ragionate e costruite con maestria. Un calcio d'angolo su cui Yepes è svettato in mezzo a tanti con la successiva prodezza di Romero e poi un'azione individuale di Boateng che calciando in porta ha trovato la deviazione fortuita di un avversario che ha fatto impennare il pallone rendendolo imparabile per il portiere doriano. Solo il montante poteva dire di no. E così è stato. Ma questo non può essere il Milan. Non posso credere che nella stagione 2012-2013 questo sarà il livello in campo: Eder ha fatto impazzire Bonera, Obiang scherzava con il centrocampo milanista... No. Non è accettabile. Qui non stiamo parlando unicamente delle cessioni di Ibra e Thiago, ma soprattutto dell'addio di quei senatori che comunque qualcosa avrebbero pur dato ancora. Nesta contro la Samp sarebbe sembrato un extraterrestre e così anche Seedorf. E allora perché in questo anno di cessioni illustri che vanno a ripianare il bilancio, non si poteva convincere qualche campione a restare ancora un anno? Non sarebbe stata una spesa così insostenibile tutto sommato. Nesta e Seedorf per esempio sarebbero stati utili alla rivoluzione rossonera, ora chi c'è a guidare questo Milan? Abbiati? Bonera? Chi? Yepes forse perché essendo un pirata dei Caraibi non si dà mai per vinto. Ma questa squadra non ha un leader. È stata sbagliata tutta la strategia e, come detto, non è nemmeno troppo colpa delle grandi vendite.
Serve Kakà non c'è dubbio. Serve per stabilire una leadership che manca totalmente, serve per rincuorare un ambiente triste, serve perché in questo campionato mediocre potrebbe ancora fare la differenza. Serve per far tornare la gente a emozionarsi a San Siro. Contro la Sampdoria sembrava di assistere a una partita di Coppa Italia, o peggio all'ultima gara di campionato, una di quelle che non conta più nulla, per intenderci. Stadio vuoto e desolato. Cantava solo la curva sud, il resto dell'impianto era sonnolento e muto. Non poteva che succedere l'inevitabile: gol della Samp e zero punti in classifica. Tutto già scritto dentro allo stato d'animo di giocatori che non riescono a destarsi dal torpore. Svogliati, senza nerbo, quasi noiosi. Così diventa difficile andare avanti, anzi addirittura proibitivo. Il Milan rischia grosso, soprattutto figuracce europee di cui è meglio non immaginarne l'entità. Urgono rinforzi e in fretta. Ci vuole soprattutto un centrocampista alla Van Bommel. Allegri mandò via Pirlo per togliere l'abitudine al Milan di dover ricominciare l'azione passando dai suoi piedi. Idee valida, a mio avviso. Con Van Bommel c'era più rottura davanti alla difesa con i due centrali (Nesta e Thiago ahimè) da cui ripartiva l'azione con velocità saltando un passaggio. Contro la Sampdoria tutti i palloni sono passati dai piedi di Montolivo. Questo aspetto ha rallentato di parecchio il gioco del Milan che non è riuscito a velocizzare subito dopo la riconquista del pallone. Ecco perché Lassana Diarra sarebbe perfetto in quel ruolo, lui che è un ottimo intenditore dotato anche di un'eccellente tecnica individuale. Galliani sarà ora costretto a fare miracoli, ma ci deve riuscire per forza perché guardare questo Milan è davvero troppo destabilizzante. Per tutti.
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