...I conti non tornano: qualcuno ci deve delle spiegazioni
L’indiscrezione è di quelle che fanno male, il Milan non avrebbe l’opportunità di prendere Kakà neanche in prestito, questioni fiscali (sulle quali evitiamo di avventurarci perché poco pratici e non informati nel dettaglio) ne sconsiglierebbero l’arrivo con questa formula, mettendo in conto che sembra impossibile anche l’approdo a titolo definitivo per questioni economiche, ecco che l’unico colpo possibile sembra sfumare.
Qualcosa però non torna, dal Milan che in giugno prometteva di trattenere le proprie stelle e rinforzare la rosa con l’arrivo almeno di un mediano (oltre ai parametri zero e prestiti già arrivati all’epoca), a quello che, nonostante le cessioni eccellenti, non avrebbe alcun margine di manovra sul mercato.
La rabbia dei tifosi rossoneri monta ogni giorno di più, da quel 18 luglio in cui tutto è cambiato, in cui sono partiti Ibra e Thiago, unici veri campionissimi di un Milan che non c’è più, per terminare con l’addio a Cassano e gli acquisti poco soddisfacenti di un’estate senza alti e con una sfilza di bassi. La sconfitta alla prima di campionato con la Sampdoria non ha fatto altro che alimentare il malumore, la squadra è apparsa senz’anima e bisognosa di innesti importanti per provare a lottare per le posizioni di vertice.
I conti non tornano, qualcuno si lamenta della scarsa affluenza allo stadio, con gli abbonamenti ai minimi storici e la prima uscita con la Sampdoria che è stata corredata da un deprimente San Siro mezzo vuoto, effetti della crisi, quella economica che tiene per il collo il popolo italiano e quella di un Milan in cui i tifosi stentano ad immedesimarsi, per il quale in pochi sono ancora disposti ad investire i propri risparmi (e come biasimare chi non ha rinnovato l’abbonamento a queste condizioni?).
I conti non tornano dicevamo, sì perché sentiamo parlare a più non posso di bilanci, di crisi economica, di un Milan in ristrettezze mai viste prima, eppure i numeri direbbero tutt’altro. Sì, perché il diavolo si è presentato in questa estate con i conti ripianati, ennesimo versamento del presidente, volto a ripianare un buco di circa 60 milioni. Si è ripartiti da 0 quindi, conti ok ed entrate monstre legate ai tanti addii rossoneri. Innanzitutto Thiago Silva ed Ibrahimovic i quali hanno portato alle casse rossonere ben 63 milioni di euro, che diventano 68 se sommati ai 5 “incassati” dalla cessione di Antonio Cassano. A questo va aggiunto, non in termine di entrate, ma di prospettiva futura, il pesante abbattimento del monte ingaggi legato all’addio a tanti giocatori dallo stipendio pesante, sostanzialmente dimezzando l’esborso annuo per i dipendenti di lusso che vestono la maglia rossonera.
Sull’altro piatto della bilancia un esborso a dir poco contenuto, sostanziato in 17,4 milioni di euro sin’ora (12,5 per Pazzini, 4 per Acerbi, 0,5 per Gabriel e 0,4 per il prestito di Zapata), di fatto (attenendoci solo alla voce entrate/uscite, senza tenere in conto il discorso ingaggi) un guadagno di 50 milioni di euro.
Qualcosa non torna, quindi, va bene il ridimensionamento (accettato a malincuore, ma pur sempre accettato perché i soldi alla fine ce li mette sempre una persona sola), ma qui stiamo parlando di un taglio secco a tutte le spese. Sì, perché se con un bilancio che, a tutti gli effetti, dovrebbe essere in attivo almeno di una 50ina di milioni, non ci spieghiamo le difficoltà ad operare sul mercato con una certa naturalezza, non ci spieghiamo come sia possibile che il diavolo, con un tesoretto del genere, non possa permettersi Kakà (pronto a decurtarsi l’ingaggio pur di vestire la maglia rossonera e puntare al mondiale 2014) neanche in prestito. Difficile spiegarsi anche come sia possibile che il Milan non sia ancora riuscito a procurarsi un mediano di spessore, nonostante i tanti scontenti illustri (pensiamo a Diarra, ma anche a De Jong e M’Vila per esempio), presentandosi alla prima di campionato con un centrocampo in evidente difficoltà, nonostante Allegri stia chiedendo una diga per la mediana sin dall’addio di Van Bommel in maggio.
Dai vertici rossoneri nessuna spiegazione in merito, il presidente Berlusconi non si espone, si è chiuso ormai da tempo in un silenzio che preoccupa e non poco i tifosi del diavolo, l’unica sua battuta recente recita di un Milan che deve far affidamento sui giovani e che non può più permettersi top player. Adriano Galliani si limita a spiegare, operazione per operazione, quali sono i limiti del Milan in ogni singola trattativa, senza però disegnare un quadro generale (che a quattro giorni dalla chiusura del mercato inizia ad essere chiaro un po’ a tutti però) delle strategie rossonere.
Ieri la Curva Sud ha esposto uno striscione emblematico, tutto il popolo rossonero si accoda alla tifoseria organizzata, attendiamo speranzosi il 31 di agosto, Galliani avrebbe promesso alla squadra degli innesti importanti entro quella data, ma resta il fatto che i conti non tornano e qualcuno prima o poi dovrà darci delle spiegazioni.
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