...Galliani, Allegri ed un mercato da "PES"
Il mercato del Milan non è ancora chiuso, con Galliani, si sa, sino all’ultimo giorno non si può mai dire, memori dell’estate del 2010 (che oggi come oggi sembra lontanissima), ma sin qui non possiamo certo definirlo entusiasmante.
Per chi è appassionato di Pes (famoso gioco di calcio della Konami, diffusissimo simulatore di calcio che ha ispirato anche i Club Dogo per una hit di questa estate), la campagna acquisti rossonera sembra ricordare un po’ quella a cui tutti siamo stati costretti quando abbiamo mosso i primi passi nella famosa ed avvincente Master League. Per chi fosse completamente a digiuno dai giochi, spieghiamo che la Master League è un campionato in cui il giocatore seleziona una squadra qualsiasi (Milan compreso) la quale può essere composta dalla rosa reale (la versione facilitata del gioco) o da giocatori totalmente inventati e dal valore piuttosto scarso. In questo secondo caso il giocatore dovrà confrontarsi conto le corazzate e vincere più match possibili per accumulare i fondi utili ad acquisire i giocatori reali che, naturalmente, hanno un costo comparato al loro valore (la versione più gettonata ed avvincente che nelle prime edizioni era l’unica possibile).
Bene, quando si muovono i primi passi in questa lega, scegliendo la seconda opzione, almeno inizialmente non resta che affidarsi a giocatori che siano il giusto compromesso fra valori accettabili, magari di prospettiva (perché andando avanti con l’età e disputando i match i loro valori possono crescere in maniera esponenziale), ed un costo contenuto. Ecco allora che si punta su attaccanti ancora acerbi e poco concreti, ma dal futuro certo viste le prospettive (per esempio Niang), piuttosto che giocatori già mezzi affermati e dalla qualità importante, ma con carenze evidenti sotto altri punti di vista (il primo acquisto di chi scrive negli ultimi anni è sempre stato Bojan Krkic, per gli ingegneri della Konami dotato di grande tecnica, ma di poco fisico e scarsa precisione), o su personalità non eccellenti, ma affidabili per la linea mediana e la difesa (pensiamo a Traorè, Zapata o Constant), giocatori capaci di regalare le prime vittorie ed accumulare i fondi necessari a comprare il primo campione per spiccare il volo.
Le possibilità di buona riuscita della Master League, finalizzata alla costruzione di una squadra di livello, è legata quindi alle abilità del giocatore (colui il quale mette in campo la squadra ed utilizza i giocatori acquistati) nello sfruttare al massimo le capacità degli uomini a disposizione e trarne il massimo profitto.
Il parallelo, più o meno serio, regge. Il Milan in quest’estate ha investito poco, si spera bene, puntando su giocatori giovanissimi come Niang, promesse ancora in attesa di esplodere come Bojan, giocatori che probabilmente non saranno mai dei campioni, ma che assicurano un discreto rendimento come Constant, Zapata e Traorè. Una campagna acquisti certo non entusiasmante, sicuramente un punto di partenza e non d’arrivo, starà ad Allegri (il giocatore) provare a tirare fuori il meglio dagli uomini messi a disposizione da Adriano Galliani, puntando tutto sul gioco e sul gruppo, provando a creare una squadra che faccia dell’armonia della manovra e dello spogliatoio il proprio punto di forza.
Fra il calcio reale e quello virtuale il parallelo sembra perfetto, Adriano Galliani e Massimiliano Allegri, novelli giocatori di Pes (abituati a ben altre spese ed a giocatori dal profilo differente, nonché ad una base di partenza di altro spessore), si affacciano alla loro prima Master League in versione “squadra da ricostruire”, imboccando una strada totalmente nuova per loro, ma ampiamente battuta dai veterani del gioco. I tifosi del diavolo (molti dei quali conoscono perfettamente le dinamiche di Pes) si accomodano e guardano, piuttosto diffidenti sull’operato del duo, attendendo di avere le prime risposte sulle loro capacità con un joypad per le mani, magari nella speranza che le qualità dei due consentano di ottenere risultati ed arrivare sin da subito ad un campione, magari in là con l’età, quello che ti fa fare il primo salto di qualità e rilancia il valore della squadra, insomma, un tipo alla Kakà…
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