Mark e Nigel, due destini che combaciano
Diversi ma uguali, almeno all'esordio. Stesso ruolo, destini simili, subito nella mischia a sostenere il colletivo. 25 gennaio 2011: Mark van Bommel arriva di corsa dal Bayern Monaco, dopo mesi complicati con Louis van Gaal. Neanche il tempo di indossare la pettorina d'allenamento che si comincia. Il 26 è tempo di Coppa Italia: il Milan, in piena emergenza, impegnato a Genova con la Sampdoria. L'olandese esordisce dal primo minuto insieme ad Urby Emanuelson: l'impatto è subito straordinario. La storia si ripete tra 31 agosto e 1 settembre 2012 quando Nigel de Jong, congiuntosi ai nuovi compagni sul treno per Bologna, ha debuttato il giorno successivo all'ufficialità. Montolivo si infortuna al 38esimo del primo tempo, Allegri fa alzare l'orange dalla panchina: si parte! I primi minuti hanno tratti thrilling, con il rigore conquistato e trasformato da un Diamanti con l'argento vivo.
Il Diavolo è in difficoltà, l'inerzia della gara è tutta sulla sponda rossoblù, ma l'ex "citizen" carbura e studia la nuova sistemazione. Esemplare il dialogo fitto tra lui ed Ambrosini al rientro dagli spogliatoi: parole sul tema tattico e sulla posizione in campo, alla ricerca del miglior assetto nel minor tempo possibile. La furia bolognese si mitiga pian piano, in parallelo alla crescita in campo del nativo di Amsterdam che, insieme al capitano, innalza una solida muraglia muscolare. Calce e mattoni, ma non solo. De Jong ha dato ordine alla manovra, recuperando sfere per poi servirle con arguzia agli alfieri milanisti: un esordio coi fiocchi, anche considerando il risultato finale. La storia si ripete: van Bommel a Genova (2-1 per i rossoneri con doppietta di Pato), De Jong a Bologna (3-1 milanista e tripletta del Pazzo). Il maestro e l'erede, compagni di reparto per anni in Nazionale, un avvio identico con la stessa maglia. Benvenuto Nigel!
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