"Ital-Milan": il diavolo si tinge di tricolore

"Ital-Milan": il diavolo si tinge di tricolore MilanNews.it
domenica 2 settembre 2012, 20:00Primo Piano
di Emiliano Cuppone

Il Milan è cambiato, e tanto, in quest’estate, la rosa del diavolo è stata pressoché stravolta dando l’addio a tanti senatori che hanno caratterizzato l’ultima decade rossonera, nonché ai due pezzi da 90 volati a Parigi.
Le novità sono molte e quella che balza agli occhi è l’italianizzazione di una squadra che per molti anni ha cercato i suoi interpreti all’estero (forte di una disponibilità economica importante, ma anche brava a sfruttare mercati esteri che offrivano prezzi favorevoli rispetto alle care botteghe d'arte calcistica nostrane). La formazione schierata ieri da Allegri (complici anche gli infortuni di Pato e Robinho e l’arrivo solo negli ultimi giorni di mercato di De Jong e Bojan) contava ben 10 elementi italiani su 11 schierati in campo, con l’unica eccezione dell’irrinunciabile Kevin Prince Boateng.
Un cambio di rotta netto, iniziato già negli scorsi anni con l’arrivo dei vari Nocerino ed El Shaarawy, ma sostanziatosi questa stagione con un mercato che ha pescato e parecchio nel bacino tricolore, portando in rossonero elementi che potranno rivelarsi importanti come Montolivo ed Acerbi (quest’ultimo fra i migliori in campo ieri sera). Scelte figlie della crisi e non solo, perché di fondo c’è anche la voglia di puntare su un settore giovanile che prova a fornire rinforzi importanti per la prima squadra. E’ il caso di Mattia De Sciglio, protagonista a Bologna di una prova maiuscola, caratterizzata da folate offensive importanti, solidità difensiva ed un carattere che stupisce vista la giovane età.
Un Milan a forte tinte tricolori quello ammirato ieri sera, trascinato dalla voglia di rinascita di Pazzini (che punta all’azzurro anche se sorvola volentieri sull’argomento), dalla ricerca di consacrazione di Acerbi, le geometrie di Montolivo e l’esperienza dell’immortale Ambrosini. Un diavolo che cambia volto e lingua ritrovando antiche abitudini, grazie a scelte figlie del momento economico e non solo, perché nascono anche da una filosofia nuova, volta a ricreare un gruppo per dare un'anima ad un Milan alla ricerca di senatori che sappiano interpretare al meglio lo spirito del calcio nostrano.
Massimiliano Allegri incoscientemente si mette al servizio di Prandelli e della sua Nazionale, permette ai giovani di forgiarsi, sopportando il peso di una maglia importante come quella rossonera, ed agli habituè dell’azzurro di trovare la definitiva consacrazione giocando in uno dei club più prestigiosi del mondo. Un “Ital-Milan” che prova a mostrare tutto il valore di un movimento calcistico come quello italiano che perde potere economico, ma non necessariamente vede calare il suo appeal ed il livello di un campionato che punta sempre più sul proprio patrimonio tecnico.

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