...Nell'anno zero il Milan "ricomincia dal tredici"
Il reparto più indebolito dal difficile mercato estivo del Milan, a detta di tutti, è quello difensivo. L’addio alla coppia centrale più forte del mondo (invito chiunque a smentire questa affermazione e presentarne una migliore) non poteva che generare un deficit di qualità nella rosa del diavolo.
Adriano Galliani ha provato a porre rimedio puntando forte su Mexes e portando in rossonero due volti nuovi, quello affidabile di Zapata (non un campionissimo, ma senza dubbio un difensore di fisico e rendimento) e quello fresco di Francesco Acerbi.
Quest’ultimo sembra essere una delle note positive di questo primo periodo, fra i migliori in campo a Bologna, all’esordio in campionato, il ragazzo ha scelto un numero importante, accettando un’eredità pesante. Il 13 nel Milan è stato per una decade il segno distintivo di Alessandro Nesta, uno dei difensori più forti di sempre, capace di garantire un rendimento dal livello quasi inarrivabile in 10 anni di battaglie ed interventi inimmaginabili (dalla rovesciata sulla linea di porta con il Deportivo la Coruna al primo anno alla chiusura su Messi nella scorsa stagione).
Francesco Acerbi è stato a lungo inseguito dal Milan la scorsa primavera, con Galliani che ha fatto carte false e speso una cifra importante per strapparlo alla concorrenza di tutti i top club nostrani. Un investimento deciso quello del diavolo, una circostanza che non sembra mettere pressione sul giovane centrale ex Chievo, apparso sin da subito sicuro di sé e fiducioso nelle proprie qualità.
Acerbi è un ragazzo talentuoso e cosciente delle proprie possibilità, dal carattere schietto e fiero, come mostrato sin dalle sue prime battute in rossonero all’uscita di via Turati, quando ribadì di non sentire la pressione di un paragone importante come quello con l’idolo di sempre. Il nuovo numero 13 ha due gambe e due braccia, nonché un bagaglio tecnico niente male che gli potrebbe permettere di conquistare il cuore dei tifosi rossoneri.
Un acquisto passato un po’ in sordina, ma un affare importante, perché se le qualità vanno verificate sul campo, le sue caratteristiche ne fanno un giocatore più unico che raro. Sì, perché Francesco Acerbi è quello che una volta si sarebbe definito un numero 6 (scuserete se in questi giorni chi scrive sta sciolinando tutta la sua passione per la vecchia numerazione), quello che nasceva libero e che nel calcio moderno rappresenta il centrale abituato a coprire lo spazio alle spalle del compagno di reparto che gioca in anticipo sugli attaccanti. Un difensore di posizione, capace di coprire le eventuali falle di quello che si definiva stopper, abituato a giocare in marcatura più stretta sulle punte avversarie. Un leader arretrato, capace anche d’impostare ed uscire palla al piede per rilanciare l’azione, caratteristiche che in un calcio sempre più fisico sono diventate rare.
La speranza è che il ragazzo sappia confermare anche con la pesante maglia rossonera le doti mostrate sino ad oggi, con l’ottimo slancio ottenuto da una prima uscita confortante contro il Bologna e dalla chiamata in Nazionale (anche se come sostituto di Astori). Un elemento importante del nuovo “Ital-Milan” (ribadendo a chi non ne avesse colto il significato che per tale s’intende un Milan che punta sempre di più su giocatori italiani, e non altresì una Nazionale che punta sul rossonero), un giocatore di prospettiva che potrebbe rappresentare il presente ed il futuro di una squadra che nell'anno zero “ricomincia da tre” (citazione cinematografica dovuta) o forse dal tredici.
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