...Una sosta a metà: lavoro per i nuovi ed attesa per i Nazionali
La sosta per il diavolo è arrivata come una manna dal cielo. Tanti gli infortunati da recuperare per Massimiliano Allegri dopo solo due uscite ufficiali, e tempo per lavorare con i nuovi in vista degli impegni che attendono il diavolo alla ripresa delle operazioni.
Il Milan “presta” ben 11 giocatori alle Nazionali, nota che stona con l’opportunità di sfruttare lo stop di settembre per provare schemi nuovi, ma può contare sulla permanenza di pedine importanti come De Jong e Bojan, ultimi arrivati di un mercato che tanto ha cambiato il volto rossonero in quest’estate.
L’olandese in particolare, arrivato, salito su un treno per il suo primo incontro con i compagni e gettato nel campo subito dopo per sopperire alla defezione di Montolivo. La posizione dell’ex City è di quelle delicate, l’uomo davanti alla difesa deve avere in mano le redini della squadra, conoscere i meccanismi voluti dall’allenatore e le caratteristiche degli uomini ai suoi fianchi.
All’ingresso in campo da mezz’ala sabato, Nigel ha stentato un po’, è entrato in punta di piedi, un po’ timido o forse semplicemente osservando quelli che erano i movimenti dei compagni in campo per capire come e dove operare. Spostato davanti alla difesa, nel suo ruolo naturale, è cresciuto in maniera esponenziale, prendendo sempre più confidenza con il campo e con un campionato ancora tutto nuovo per lui. In queste due settimane avrà l’opportunità di confrontarsi con Allegri e non solo, di discutere e conoscere chi lavorerà con lui nella zona nevralgica del campo.
Lo spagnolo è un timido per natura, ha bisogno dei suoi tempi e di cogliere quali sono le richieste del tecnico. E’ una punta esterna, ma è capace di ricoprire tutti i ruoli dell’attacco, non resta che spiegargli quello che il diavolo “pretende” da lui e metterlo in condizione di rendere al meglio e mostrare tutte le sue potenzialità. La sensazione è che Allegri, che ha voluto fortemente Bojan al Milan, possa architettare per lui uno schema nuovo, magari con il tridente offensivo o un 4-2-3-1, ma serve tempo per farlo digerire a tutti i componenti della rosa e bisognerà avere tutti gli uomini a disposizione.
Dieci giorni di lavoro con i due nuovi rimasti a Milanello e di recupero per gli uomini costretti ai box dagli infortuni. Poi il ritorno delle truppa impegnata in giro per l’Europa e la possibilità di provare qualcosa di nuovo ed alternativo al classico 4-3-1-2, modulo collaudato, ma che non ha convinto fino in fondo per adesso con una squadra tutta nuova.
Un’opportunità a metà per Massimiliano Allegri, la possibilità di istruire gli ultimi arrivati (con l’eccezione di Pazzini, impegnato con gli azzurri di Prandelli), ma le difficoltà a provare qualcosa di nuovo a livello tattico con i ranghi così ridotti. La certezza è che in questa stagione ci sarà da lavorare tanto, perché c’è da ridare un’anima ad un Milan mutato è tanto in un’estate tempestosa, con la speranza che i tempi siano ristretti il più possibile e sufficienti a partire con il piede giusto.
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