Inzaghi, Ancelotti, Gullit: il passato viaggia contro Allegri
La voglia matta d'esser grande di Filippo Inzaghi. Le questioni del cuore di Carlo Ancelotti. La pazza idea Rudd Gullit. Tra verità, menzogne, autocandidature, speranze, ambizioni e promesse, tutto ruota attorno a Massimiliano Allegri. Mille pressioni, rumors e chiacchiere, sono segnale inequivocabile che qualcosa forse s'è davvero spezzato. Il tecnico del Milan, raccontano sussurri milanesi, non avrebbe più il rapporto d'un tempo con Adriano Galliani: le cene per chiarire, per la pace e per ripartire, sono passi avanti per un'annata quanto meno serena. Tra la serenità e la felicità, però, c'è una sostanziale differenza.
Come quella, in fondo, tra il sogno Scudetto e la concreta ambizione di un posto in Champions League. Il depauperamento del progetto Milan ha di fatto venir più che un mal di pancia ad Allegri, più di nome che di fatto; Galliani ha cercato di ricucire il tutto, con acquisti dell'ultima ora, ma gli investimenti son mancati ed i big quasi tutti partiti. "E' presto per Inzaghi" è titolo eloquente, per la spada di Damocle che pende su Acciuga. "Sono pronto", è solo il sogno di un grande ex come Gullit. Poi quegli spifferi parigini, Ancelotti ed il suo grande obiettivo di un ritorno a Milanello, qualora la rotta cambiasse e, pur non in stile PSG, tornasse ad essere quella di un Milan vincente. Intanto Allegri sorride o, almeno, si sforza di farlo.
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