Fischi a San Siro, di quella sera...
La musichetta della Champions alla fine non ha fatto bene a nessuno. Al solito Milan che gioca in maniera brillante solo per 10’ nel secondo tempo e che costruisce appena 3 palle gol contro un modestissimo Anderlecht. Ma soprattutto 'Hymn Ligi Mistrzów' ha dato il colpo di grazia alla pazienza dei tifosi. Che se la sono presa con tutti, senza prigionieri di Serie A o di Serie B.
Perché finora il pubblico aveva rumoreggiato, aveva lanciato qualche insulto gioviale, aveva anche fischiato in qualche sparuto elemento. Ma mai i 27mila cristiani mai erano scoppiati all’unisono. Tutti concordi, tranne la curva Sud che ha continuato a difendere i propri beniamini. Fischi, tanti, all’intervallo che stridono con i caldi applausi per Thiago Silva mostrato al maxischermo – Ibra, invece, ha di nuovo spaccato il pubblico -. Fischi assordanti all’uscita dal campo di uno squallido Boateng.
Altri fischi all’ingresso di Constant, elemento indigeribile da parte di tutti – epica la sua punizione direttamente sulla barriera -. E a quel punto non potevano mancare i fischi a fine gara. Nonostante la maledizione di San Siro sia stata sconfitta con il minimo sindacale, cioè il pareggio.
E pensare che proprio entrando allo stadio gli spalti sembravano così concilianti. Cori, incitamenti, applausi scroscianti. Ma forse il paragonare i giocatori di adesso alle leggende del passato che hanno permesso alla squadra di diventare campione d’Europa per 7 volte ha fatto il resto. C’è aria di contestazione. C’è aria di rivoluzione.
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