Crisi in campo e sugli spalti: Milan, devi fare qualcosa per i tuoi tifosi

Crisi in campo e sugli spalti: Milan, devi fare qualcosa per i tuoi tifosiMilanNews.it
© foto di ALBERTO LINGRIA/PHOTOVIEWS
mercoledì 19 settembre 2012, 18:00Primo Piano
di Pietro Mazzara

E’ un pubblico disinnamorato, illuso e arrabbiato quello del Milan che, in questo inizio di stagione,  sta lasciando in balia del suo destino la squadra. Vedere San Siro all’esordio in Champions League come se la partita di ieri sera fosse un’amichevole estiva è stato alquanto deprimente. Qualcosa nella filosofia del tifoso rossonero è cambiata. Non è un grande Milan? Vero. Non è una squadra in grado di lottare per vincere qualcosa? Molto probabile. Non ci sono giocatori nei quali identificarsi? Giusto. Ma quelli che vanno in campo sono personaggi di passaggio. Lo dimostra il mercato e le sue dinamiche. I tifosi milanisti stanno avendo un processo involutivo disarmante iniziato con la vendita di Kakà nell’estate del 2009 e che sta avendo la sua massima espressione quest’anno. Il tutto condito anche da una poca collaborazione da parte della società.

Stendendo un velo pietoso sui 72 che si sono fatti rimborsare l’abbonamento che dovrebbero finire nella black list di via Turati, il club in questo momento deve trovare una soluzione per far riavvicinare la gente allo stadio e alla squadra. Come? Le possibilità sono molteplici e di facile attuazione se si vuole. La prima, che sarebbe anche quella più immediata, sarebbe l’abbattimento dei prezzi dei singoli biglietti per ogni partita, tenendo solamente le partite contro Inter, Juventus e Napoli nella così detta FASCIA A. Tutte le altre in fascia B con prezzi più abbordabili per tutti. Un’altra soluzione sarebbe quella di creare dei carnet di biglietti da 5-10 partite, in base alla richiesta del tifoso, a prezzi scontati con magari incentivi sull’acquisto del merchandising ufficiale al Milan Store fuori dallo stadio oppure in quelli dislocati per Milano. In tempo di crisi, piuttosto che niente sarebbe meglio piuttosto. Perché San Siro non può e non deve diventare terra di conquista di altre tifoserie come invece sta accadendo. Ci si pensi in via Turati. Il tifoso vuole essere coccolato e ascoltato. Con il mercato fermo, questo può essere un primo passo.