Di Marzio: "Milan: nuovi schemi per risolvere la crisi del gol"
Deve fare in fretta. Prima che ci pensi un altro al posto suo. Allegri e il Milan che non va, 270 minuti senza gol a San Siro. I numeri dell'attacco spiegano - in parte - la crisi di una squadra ancora a secco davanti ai suoi tifosi.
Questione di sistema di gioco ,di interpreti ma anche di testa. Perché i campioni del passato non ci sono più e per questo Allegri dovrà trovare un piano B alla sua strategia. Nelle due stagioni precedenti, l’attacco ruotava intorno al genio di Ibra. Palla a lui e via i problemi. Ora invece con un reparto più leggero bisogna cambiare. Perché Pazzini non è Ibra e senza di lui gli spazi per gli inserimenti dei centrocampisti sono un ricordo. A farne le spese - più di tutti - Nocerino (11 gol lo scorso anno) e Boateng, comunque annebbiato. Il numero 10 non è mai stato uomo da ultimo passaggio e per questo senza punti di riferimento in attacco soffre un ruolo non più adatto alle sue caratteristiche.
Per questo un cambio del sistema di gioco potrebbe fare bene alla squadra, magari il 4-3-3 con El Shaarawy - sempre fra i più pimpanti - titolare a tempo pieno e Bojan. A Udine dovremmo vedere un Milan così, nonostante Allegri abbia studiato varie alternative, persino la difesa a 3 o un 4-4-2 con Abate davanti a De Sciglio, due attaccanti e il piccolo Faraone a sinistra.
Saranno poi determinanti i rientri di Montolivo, Robinho e Pato, tecnica e imprevedibilità di cui Allegri ha un disperato bisogno per trovare la formula giusta e sfatare finalmente il tabù San Siro, non un inedito su questi schermi: era capitato anche con Ancelotti in panchina, senza gol in casa per 3 partite nell'inverno del 2007. Quel Milan a fine stagione non riuscì a conquistare un posto in Champions. Allegri saprà fare meglio e, soprattutto, in fretta?
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