Profondo rosso
Ci perdoni Dario Argento se scomodiamo il suo capolavoro, ma il pomeriggio milanista è stato un autentico "Profondo Rosso". E pensare che, nei primi minuti, l'undici di Allegri sembrava aver ritrovato il piglio dei giorni migliori. Sembrava, esattamente. Tempo dieci minuti di impasse e Guidolin, con un abile cambio di modulo, ha rimesso le cose a posto. Il Milan ha fallito un paio di ghiotte occasioni, non approfittando di una situazione che difficilmente si sarebbe potuta ripresentare. I tifosi si saranno sentiti effettivamente in un film horror quando, da un calcio di punizione friulano, è scaturita la rete (o il macigno) dell'1-0 firmata da Ranegie. Responsabilità da attribuire a Mexes e soprattutto ad Abbiati (bravo a rifarsi più avanti). Le cose peggiori, come ogni copione orrorifico ci insegna, accadono però nel secondo tempo. Grazie allo straordinario pareggio di El Shaarawy, dimostratosi implacabile quando vede bianconero (tre reti in tre gare giocate), l'inerzia della gara aveva cambiato inaspettatamente padrone.
Il Milan pareva pronto alla riscossa, fino al patatrac. Da una punizione concessa per fallo di Zapata (primo giallo), la difesa rossonera è andata in bambola: dopo due angoli, e tanti brividi, il colombiano è intervenuto sul solito Ranegie causando un rigore (e prendendo il secondo giallo). Due minuti di autentica follia che hanno lasciato l'undici di Allegri in dieci uomini e nuovamente sotto di un gol. La trama ha assunto poi contorni grotteschi quando Boateng, ammonito da Celi per un bruttissimo fallo a centrocampo, ha ricevuto a distanza di pochi istanti un altro (esagerato) cartellino. Nove contro undici, nonostante qualche scatto d'orgoglio, i rossoneri sono stati costretti ad alzare bandiera bianca. Sotto l'aspetto del gioco c'è stato qualche piccolo miglioramento, ma questo non può bastare, dato che il cammino in campionato appare effettivamente impietoso (3 sconfitte su 4 partite). La società ha scelto di proseguire con Allegri, il quale ha deciso di sposare la linea del bicchiere mezzo pieno. Non possiamo fare altro che aspettare la sfida di mercoledì, in attesa di risposte (o di conferme) a San Siro contro il Cagliari. Il momento non è facile, e sarebbe chiaro anche ad un osservatore esterno, ma il tempo per ingranare non è infinito.
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