L'umiltà del milanista Tassotti, uomo vero in un mondo finto
E’ un fattore psicologico. Lo hanno capito tutti ormai. Persino i più duri d’orecchio. Lo ha bisbigliato Allegri – uno piuttosto criptico quando parla -, lo ha detto scandito Tassotti, la cui conferenza stampa a Udine è stata un qualcosa di mistico per chi è abituato a sentire le solite frasi trite e ritrite degli altri tecnici. E non era la novità: il Tasso parla spesso, soprattutto a Milan Channel nel dopo-gara o a Sky prima dei match, e la sua voce non è nemmeno un canto di sirena che fa innamorare al primo ascolto. Semplicemente ha detto le cose che andavano dette, con i giusti toni. Perché in questa vita non contano solo le parole e il loro contenuto, ma anche il garbo con cui vengono proferite. E in questo caso da uno degli uomini più schivi e umili che la storia – rossonera e non – ricordi. E se non smentisce nemmeno Luis Enrique che qualche problema con lui l'ha avuto...
E’ stato sincero. Al massimo.
Soprattutto quando ha parlato di 4° o 5° posto potenziale, comunque da conquistare sul campo. Chi ha visto giocare il Napoli, la Fiorentina o la Roma – dando la Juve di un altro pianeta per profondità e qualità media della rosa - si è senz’altro reso conto che queste squadre sono più complete del Milan. Hanno un collettivo che suona all’unisono con un solista alla Freddie Mercury che può essere Cavani, Jovetic o Totti. E la stessa Inter, se troverà la quadra, rischia di essere un gradino sopra i rossoneri.
E la pressione che è piovuta dall’alto con le parole di Galliani sullo scudetto e suffragate da Allegri nella prima conferenza stampa non ha fatto bene all’ambiente che si è sentito oppresso di responsabilità. E allora giù di piccone ad aprire nuovi varchi per fare respirare aria fresca ai suoi ragazzi. Lui che al Milan in 30 anni ne ha viste tante: dai trionfi con Sacchi, alle stagioni dei Tabarez. Ma forse, parole sue, la situazione non è mai stata così grave. E rendendosi conto della difficoltà del momento ha voluto alleggerire l’atmosfera pesante. Capire cosa significhi giocare nel Milan per chi forse da Milan non è.
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