Scacciare lo spettro Milito L'obbligo morale di Abate
Chi ha paura di Milito? Parafrasando il titolo del film tratto dal libro di Roald Dahl si può ben immaginare la risposta: tutti. Il Principe è un giocatore devastante. Una punta che aggredisce gli spazi, che libera i compagni e con un vizietto piuttosto compulsivo: il gol. Se poi si aggiunge il feeling che Milito ha con la porta rossonera, la frittata è lì pronta, solo da essere servita. Otto partite contro il Diavolo, otto gol realizzati. Quattro in due gare l’anno scorso. Un cecchino più che un calciatore. Max Allegri per questo dovrà chiedere un lavoro extra alla sua difesa che non potrà regalare lo stesso numero di occasioni al Principe di Bernal capitate sui piedi di Hulk e soci. Pena, la simbolica morte.
Gli occhi però saranno puntati soprattutto su un uomo solo: Ignazio Abate.
Il biondo nelle stracittadine non ha mai fatto faville, anzi. A guardare bene spesso è stato artefice delle sconfitte, e spesso rovinose (uno 0-2 giocato in vantaggio numerico, un 4-2 in rimonta, etc etc). Un motivo in più per cercare vendetta e riscatto. In un gruppo che deve recuperare punti e autostima una prova favorevole di Abate sarebbe di vitale importanza: anche per la sua crescita personale, come uomo prima ancora che come calciatore. A 26 anni è giunto il momento di dare uno scossa e una risposta agli scettici. A chi dice che Abate non è giocatore da grandi palcoscenici, da Nazionale, da Milan. Un’occasione che nemmeno Allegri si lascerà scappare, nonostante l’opportunità di inserire De Sciglio a destra con Antonini a sinistra: Abate titolare senza paura. Massima fiducia. Ne avrà bisogno.
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