Casa dolce casa

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sabato 6 ottobre 2012, 20:00Primo Piano
di Matteo Calcagni

L'arrivo di De Jong aveva scatenato il forte entusiasmo di Adriano Galliani, felice di averlo prelevato al fotofinish dal Manchester City. Le sue prime prestazioni, tuttavia, non hanno convinto in toto: schierato come vertice basso del "rombo allegriano", senza un uomo di riferimento al suo fianco, l'olandese tende a faticare in fase di costruzione. A Bologna, al suo esordio, le cose sono andate bene, ma il prosieguo da "play" non è stato certamente esaltante. La svolta è arrivata col cambio di modulo, con la ricostituzione del doppio centrocampista centrale davanti alla difesa. De Jong si è districato egregiamente insieme ad Ambrosini, cavandosela anche in coppia con Montolivo, soprattutto nella trasferta di Champions contro lo Zenit.

D'altronde quella posizione, già interpretata in Inghilterra e in Nazionale, è per distacco la sua preferita: l'orange, affiancato da un altro mediano, riesce a muoversi con più tranquillità, considerando che il pressing avversario deve "sdoppiarsi" e si riduce per intensità e pericolosità. E' chiaro che il nativo di Amsterdam debba ancora trovare la forma migliore, ma la strada è quella giusta: nonostante qualche alto e basso, De Jong risulta il secondo centrocampista più utilizzato da Allegri in questa prima parte di stagione (499 minuti complessivi contro i 509 di Boateng, il quale però gioca in posizione più avanzata). La nuova variante tattica, il 4-2-3-1 tanto decantato e finalmente interpretato, ha però un problema a livello numerico: oltre ad Ambrosini, De Jong e Montolivo, l'unico schierabile tra i due baluardi centrali è Flamini. Al rientro effettivo di Strasser e Muntari (per il secondo ci vorrà ancora qualche mese), le opzioni per il tecnico livornese aumenterebbero a dismisura, per un modulo che finora ha ben figurato sia in Italia che in Europa.