TMW - La logica dei giovani. Cristante e l'affare fatto dal Milan
Lo scorso gennaio, giorno della Befana, nel Milan esordiva da titolare Bryan Cristante. Davanti a un San Siro freddo - ma non congelato, considerata la stagione - ci aveva pensato Kakà a riscaldare i cuori rossoneri, con una doppietta che gli regalava il gol numero 100 (e 101) della sua storia meneghina, salvo poi lasciare spazio, seppur non le luci dei riflettori, alla rasoiata del giovane virgulto apprezzato spesso al Vismara, battendo imparabilmente Consigli dal limite dell'area. Il tre a zero era servito e per Cristante si erano aperte le porte di un futuro da titolare. Peccato che poi Massimiliano Allegri sia stato esonerato poco dopo, il centrocampista sia tornato mestamente in Primavera e Seedorf non ha trovato nemmeno il tempo per fargli giocare un minuto.
Così, in estate, è arrivato il Benfica. Ultimo giorno di mercato, sei milioni di euro, affare fatto. Ci sono due vie di pensiero: c'è chi crede che il Milan abbia commesso un errore grossolano, perché un 95 così promettente - nel 2013 era stato il miglior giocatore del Viareggio - è difficile da trovare. Il problema è che il suo progresso, nelle ultime due stagioni, è stato limitato. Mentre Pogba è diventato titolare nella nazionale francese - pur avendo due anni di più - Domenico Berardi calava il poker proprio contro il Milan (e Cristante).
I 1995 in Italia sono considerati ancora alla stregua dei Primavera e chi esce dai canoni, Coman per dirne uno, è esaltato all'inverosimile.
Così come per Cristante, ottimo giocatore - ma non dominante - in Primavera, buon gregario per una squadra di altissima classifica. Perché per crescere come Pogba bisogna giocare in una squadra che gira al meglio, dove sì poter fare la differenza ma dove non è richiesta ogni volta. La realtà è che Cristante in questo Milan avrebbe trovato poco spazio non tanto perché non ne ha le qualità, ma perché il salto è difficile e solo con una struttura forte (anzi, fortissima) avrebbe potuto fare la differenza. Santon all'Inter ha fatto molto bene all'inizio, ma poi è caduto in un vortice sbagliato e ora gioca nel Newcastle, con una crescita nettamente inferiore a quella ipotizzata. In Italia siamo dei maestri a mettere sull'altare i giovani alla prima prestazione, salvo poi gettarli nella polvere dopo due errori consecutivi. Ecco perché l'affare l'hanno fatto i rossoneri, pure se Cristante diventerà - e bisogna augurarselo anche per il bene della nostra nazionale - un campione. Perché in un Milan così difficilmente si sarebbe affermato, invece al Benfica avrà lo spazio per giocare e crescere, con meno pressioni e con un ambiente migliore: e sei milioni per un ragazzo che ha sì delle doti, ma ha disputato una manciata di minuti in Serie A, sono difficilmente rifiutabili.
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