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Passerini: “Pioli si gioca il posto. Coppa decisiva, ma il Milan deve tenere il piede in due scarpe”

ESCLUSIVA MN - Passerini: “Pioli si gioca il posto. Coppa decisiva, ma il Milan deve tenere il piede in due scarpe”MilanNews.it
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venerdì 23 febbraio 2024, 21:04ESCLUSIVE MN
di Redazione MilanNews

Il Milan supera il turno di Europa League ma, in pochi giorni, cade sia a Monza che a Rennes, subendo 7 gol in sole 2 partite. Ne abbiamo parlato, spaziando anche sul futuro di Pioli, in diretta Twitch con Carlos Passerini in diretta da Parigi. Queste le dichiarazioni del noto giornalista de “Il Corriere della Sera”.

La sconfitta contro il Rennes non è stata una sconfitta indolore:

È stata una brutta sconfitta, io la vedo così. Una sconfitta che andrà analizzata in maniera molto approfondita da Pioli, dal suo staff ma anche dai giocatori. Perché si è perso male contro una squadra nettamente inferiore, è una sconfitta che non ci sta. Ma è comunque giusto dire che è una sconfitta indolore: in una logica di andata e ritorno conta la qualificazione, il risultato complessivo. Ed il Milan ha ottenuto quello per cui era venuto qua in Francia, cioè andare agli ottavi di Europa League”.

Il migliore di questo turno, scherzando, è chi ha estratto lo Slavia Praga nel sorteggio per gli ottavi di finale?

Sì (ride, ndr). Del Milan ieri non salvo nessuno. Ho dato diversi 6 ma non mi ha convinto per niente la squadra. Ho dato 5.5 a Pioli. Detto questo, il sorteggio è il migliore possibile. Ma i sorteggi migliori possibili a me spaventano, perché questa squadra ha qualche fragilità caratteriale. Si è visto ieri in una partita che non doveva neanche cominciare ma che invece il Milan ha consentito di giocare. Spero che contro lo Slavia l’atteggiamento sia molto diverso”.

Pioli ieri sera ha detto “Non sono arrabbiato” anche dopo una sconfitta del genere… Queste dichiarazioni non sono un po’ esagerate nel voler negare cose che a volte sono palesi?

È una scelta molto netta, ormai lo conosciamo da anni. È una linea comunicativa che Pioli ha sempre avuto. Le parole all’esterno contano, soprattutto quando sei il Milan e soprattutto quando sei l’allenatore del Milan. Ma le parole che contano sono quelle dentro lo spogliatoio. E a me quelle preoccupano, perché qualche volta evidentemente non sono sempre efficaci. Ieri ho visto un brutto approccio, quindi evidentemente il messaggio non è stato recepito dalla squadra. Chi fa questo messaggio, l’allenatore, deve chiedersi dove si è sbagliato, dove non è stato trasmesso il messaggio corretto. La squadra ha sbagliato tecnicamente e mentalmente l’approccio, dopo che si sapeva da una settimana che questa partita sarebbe stata esattamente così. Cioè che il Rennes non avrebbe avuto nulla da perdere e sarebbe partito a 100 km/h. Tu invece hai consentito loro di fare un gol che ti ha tenuto in ballo per tutta la sera. Quindi secondo me è all’interno che il messaggio deve essere centrato”.

È un po’ paradossale che questo accada in una competizione che deciderà tanto del futuro dell’allenatore per l’anno prossimo… L’Europa League occupa una fetta importante nella conferma di Pioli:

Se Pioli ha delle chance di restare per l’anno prossimo, sulla base anche del contratto che ha già, queste chance passano in gran parte, in enorme parte, dall’Europa League. Che non vuol dire vincere la coppa. È chiaro che se poi perdi la finale contro il Liverpool non può essere quella la discriminante. Ma fare un’Europa League da protagonisti vuol dire arrivare fino in fondo. Mi sorprende che l’abbiano presa così male la prima trasferta secca, perché non va bene”.

Il problema dei troppi gol subiti:

Il calcio è un po’ cambiato, nel senso che ci sono dinamiche diverse, tutte le squadre provano a giocare. Alla fine, quando vai a guardare le classifiche dei campionati, chi vince lo scudetto è quello che, nel 99% dei casi, ha la miglior difesa. Quando si gioca in Europa è diverso. Detto questo non mi convinco del fatto che sia una buona strategia quella di dover fare un gol in più. A me piace vedere squadre che giocano a calcio, però è complicato. Se inizia a prendere due gol tutte le volte non sempre ne fai tre, lo si è visto a Monza, alla fine ne hai presi quattro e hai perso. Ieri sei riuscito a tenere botta ma comunque hai perso! È rischioso questo “l’importante è farne uno in più” è veramente un azzardo. Secondo me lo scudetto è andato. Però se un azzardo di quel genere ti costa l’eliminazione dall’Europa League, che in questo momento è la tua missione A, allora non va bene”.

Pioli deve essere chiaro nel dire che ora l’obiettivo principale è l’Europa League?

Nei fatti hai ragione, è l’Europa League l’obiettivo, si è visto anche dalla formazione. Devo anche dire che troverei altrettanto un azzardo oggi gettarsi mentalmente solo sull’Europa League. Il problema è che forse il Milan l’ha fatta un po’ facile. Il piazzamento Champions credo che sia incanalato, però va blindato. L’Atalanta alle spalle sta correndo, domenica c’è uno scontro diretto che se il Milan dovesse perdere si trova l’Atalanta attaccata alla schiena. Vedo un Bologna che non ha intenzione di rallentare e di mollare il colpo. Il Milan non può abbandonare il campionato. Capisco la scelta di Pioli di tenere un piede in due scarpe, in questa fase di stagione non riesco a condannarlo. Prima devi essere sicuro di andarti a prendere quel posto Champions che, lo sappiamo, è la cosa più importante del mondo. Il piazzamento Champions è la discriminante fra esserci e non esserci in tutto, tra fare mercato e non farlo. Quindi capisco che in questo momento c’è bisogno di tenere il piede in due scarpe”.

Tornando al discorso allenatore, vedendo che ci sono chance sia che Pioli rimanga e sia che non rimanga, e che l’Europa League sarà una discriminante importante, non c’è il rischio che si vada troppo in là con la decisione finale e che quindi eventuali piani A, B e C per il prossimo allenatore sfumino?

Io credo che il mese di marzo sarà come sempre decisivo. È sempre il mese di marzo quando si prendono le decisioni che contano… Marzo, aprile, saranno i prossimi 50-60 giorni. Nomi non ne faccio, ho le mie idee, però ho capito che oggi è un po’ inutile fare dei nomi. Ripeto che qualche idea ce l’ho, ma da quello che mi risulta in questo momento la posizione di Pioli non è decisa, non è deciso che non ci sarà più l’anno prossimo. Lui sa che si gioca ancora tanto, si gioca il posto in questo finale di stagione. Poi giustamente il tifoso ha tutto il diritto di dire “voglio mandarlo via, voglio prendere Conte, voglio prendere quell’altro”. Una squadra di calcio non è una democrazia, non è che si fa il voto e poi si sceglie in base ai risultati. C’è una proprietà che decide. Oggi quella proprietà non ha deciso di mandare via Pioli. Lo dico da cronista, le cose sono così”.