LA LETTERA DEL TIFOSO: "Incontro con Bonaventura" di Samuele
Galliani conferma la sua autodefinizione di condor degli ultimi giorni di mercato. La sua preda questa volta non ha un nome altisonante come quello di Torres, ma dalle prime impressioni raccolte sul web, Giacomo Bonaventura sembra ugualmente gradito al popolo rossonero. Come di consueto, quando si acquista un giocatore all’ultim’ora, il contratto viene firmato e depositato immediatamente in Lega Calcio, mentre le visite mediche scalano al giorno successivo. Secondo alcune indiscrezioni la visita presso la clinica privata “La Madonnina” dovrebbe svolgersi nel primo pomeriggio, e così accompagnato dal mio futuro cognato Francesco (un rozzo tamarro della periferia sud-ovest di Milano) mi sono recato sul luogo carico di tanta pazienza e tanto entusiasmo per accogliere calorosamente il talento marchigiano. Passano svariate ore, ma la calca di persone non si forma. La presentazione di Torres a Casa Milan ha chiaramente posto in secondo piano le banalissime visite di routine previste per i neoacquisti. Quando mancano pochi minuti alle 19.00 i presenti convenuti per accogliere il giocatore si contano sulle dita di una mano. Esce una donna e mio “cognato”, esperto pedinatore di neoacquisti e quant’altro, la riconosce al volo: è una dirigente rossonera. Passa e ci sorride, capiamo che è il momento. Da buon calciatore Giacomo esce dalla clinica cellulare all’orecchio, ma grazie alla sua nobile visione periferica da fantasista riesce a scorgere immediatamente i nostri volti speranzosi e sulla sua faccia si dipinge il sorriso di un bimbo che scarta il primo regalo natalizio. La telefonata dura poco, il ragazzo percepisce la stanchezza dai nostri occhi e deduce giustamente che siamo lì da molto tempo. Stringe la mano a tutti e ci ringrazia con sentimento vero. Non si aspettava che qualche sfegatato si perdesse la presentazione del Nino per dare il benvenuto a lui, uno qualsiasi. Un’umiltà e una disponibilità fuori dal comune che avvalorano ulteriormente le parole spese per lui da Galliani la sera prima “E’ un grande giocatore, ma anche una grande persona”. Non ho bisogno di far domande, queste giungono a raffica da una folla (se così si può definire quel manipolo di scapestrati) particolarmente estasiata dalla bontà apostolica del giocatore. La prima riguarda il numero di maglia, e già arriva la prima delusione. Durante la giornata di oggi ha circolato con insistenza la voce che il numero scelto dall’ex fantasista atalantino sia l’89, in omaggio alla sua data di nascita. Ma la smentita è pronta: “No, ho scelto la 28” e già partono le prime telefonate ai Milan Store per cambiare il numero dell’articolo ordinato. La seconda domanda riguarda la posizione in campo e qui la risposta è la più ovvia: “vediamo, dove mi mette il mister gioco”. A questo punto da bravo aspirante giornalista anche io mi sento in diritto di fare una domanda “Ei Jack, tre goal a San Siro contro l’Inter nelle ultime due stagioni e sempre gol decisivi, ti piacerebbe decidere il derby quest’anno?”. Anche stavolta la risposta è più che scontata. Che domanda idiota, avrei potuto giocarmela meglio. Arriva il momento per autografi e foto. Con pazienza Giacomo accontenta tutti, ma il più felice sembra essere lui. Non sta fermo un secondo, è visibilmente su di giri: la sua vita è a una svolta e lui ne è pienamente consapevole. Lascia la clinica visibilmente soddisfatto sia per l’esito delle visite, sia per la stima incondizionata che i tifosi hanno mostrato nei suoi confronti. Noi lo applaudiamo e lui ci ricambia con un colpo di clacson aggiungendo verbalmente qualcosa che non raggiunge le nostre orecchie, forse un “forza Milan!”. Con noi rimane la dirigente rossonera che, di sua volontà, ci racconta il momento della firma confermando la versione fornitaci da Galliani la notte scorsa. La sua confessione: “Ho assistito a tante firme di tanti contratti, ma al solo ricordo delle sensazioni di ieri sera mi torna la pelle d’oca”. Gli occhi lucidi di Giacomo, quella mano che tremante ha firmato il contratto che lo lega per 5 anni a uno dei club più prestigiosi al mondo a quanto pare ha commosso anche tutto lo staff circostante. Inzaghi quest’estate affermava “gli uomini vengono prima dei calciatori”. Pippo vuole combattenti, Pippo vuole professionisti seri, Pippo vuole che la maglia si conquisti col sudore e su questo possiamo star certi che Giacomo non potrà mai deluderlo.
Samuele Casadei
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