Il Galatasaray apre uno spiraglio per Honda (subito) e Ljajic. Ma sarà davvero Boateng il capro espiatorio del mercato rossonero?
Capita, a volte, che si indossi la maschera della felicità soltanto per nascondere un cocente fallimento. Per non diventare bersaglio degli sberleffi di chi, con maggior sagacia, è riuscito ad ottenere risultati, almeno sulla carta, migliori, che consentono di ripartire con il vento in poppa, almeno dal punto di vista meramente emozionale. Capita dunque che, mentre il Milan rimane fermo sul mercato, in attesa di poterlo sbloccare, le dirette avversarie in campionato abbiano piazzato colpi mediaticamente importanti che hanno canalizzato attenzione ed energie al momento della ripartenza per la nuova stagione. E così Tevez che va alla Juventus, dopo un corteggiamento durato oltre un anno, è sintomo di una migliore spendibilità di risorse e risultati ottenuti. In questo momento l’appeal del Milan non è in ribasso, lo sono soltanto le disponibilità liquide immediate. L’appeal del Milan è datato, ma non passato di moda: purtroppo però la politica della società di via Turati si è data un codice di comportamento molto rigido, che non prevede trasgressioni ad alcuna delle norme sbandierate dagli emissari societari rossoneri. Si compra solo se si vende, si investe solo se si può evitare di ripianare i bilanci. I buoni risultati di bilancio della scorsa stagione sono il dictat da seguire, prima ancora che i buoni risultati su ogni campo. Che poi, parlando di risultati prettamente sportivi, il Milan, lo scriviamo da mesi ormai, ha compiuto un vero e proprio miracolo calcistico. Una squadra completamente distrutta nei suoi cardini, nelle sue pietre miliari. Una squadra privata di elementi fondamentali, di giocatori che ormai sono nel novero dei top players, sostituiti, se così bisogna dire, tamponati, è meglio scrivere, da atleti di prospettiva che, di certo, avranno tempo per potersi costruire ed esprimere, ma che non erano pronti a ridare il sorriso al Diavolo alla prima assoluta.
E così abbiamo passato un anno ad inseguire, riuscendo in un’impresa titanica, per certi versi, amalgamando un gruppo che all’inizio sembrava una truppa della Legione Straniera, con componenti lontani, uno dall’altro, anni luce. Il condottiero per eccellenza, Max Allegri, per stessa ammissione dell’amministratore delegato Galliani in sede di raduno, ha impiegato più tempo del previsto per trovare gli equilibri che poi hanno consentito all’aeromobile Milan di innestare il pilota automatico e tornare in volo alla ricerca di un ritmo accettabile per proseguire nell’avventura.
Il terzo posto in campionato è stato il risultato più importante che si potesse ottenere, nonostante per qualche settimana addirittura si era portati a pensare al miracolo nel miracolo. Ma il Napoli, nel momento topico, ha assestato i colpi giusti e ha inserito la marcia migliore per poter planare indisturbato sul secondo scalino del podio italiano, garantendosi così un posto certo in Champions a scapito dei playoff di agosto che il Milan si appresta ad affrontare.
Di nomi, eclatanti e non, all’inizio del mercato, se ne erano fatti eccome. Si aspettavano segnali di fumo dall’Apache, appunto, che però è sbarcato all’ombra della Mole. Si sperava di poter liberare posti in attacco per poter agire indisturbati alla ricerca di talenti importanti da far accasare in rossonero. Al momento tutto tace, anzi. I giorni a disposizione del Milan per salutare Robinho sono ormai sempre meno e allora ecco sbandierare sorrisi felici all’ipotesi di potergli addirittura rinnovare il contratto per una permanenza serena in casa rossonera. Strategia? Appello disperato? Speranze di poter rivedere così un giocatore libero da pensieri e soprattutto da quel sentimento nostalgico dettato dalla voglia di ritornare a casa? Tutto può essere. Ormai le strategie del calciomercato sembrano scritte in alfabeti e linguaggi da filologi, non più decifrabili senza adeguate competenze in materia.
Fatto sta, appunto, che mentre il Milan rimane nell’immobilismo più dissennato, le altre concorrenti corrono ad accaparrarsi obiettivi importanti. Strootman, ad esempio, era stato nel novero dei papabili di Galliani, ma la sua destinazione, peraltro italiana, non sarà quella milanese. E allora? Cosa rimane sul piatto della bilancia per i tifosi rossoneri?
Le trattative che portano ad Honda sono più che mai note, ben avviate, ma dal destino ancora incerto. L’estate potrebbe non essere il periodo adeguato per il suo arrivo a Milanello, sempre che all’orizzonte non si profili qualche altra cessione. L’interesse del Galatasaray per Boateng apre spiragli, uno spiraglio, nel quale si insinua preponderante anche il nome di Ljajic, giovane talento viola che anela ad una investitura immediata nell’inferno rossonero. Si avvicinano le date fondamentali per il futuro rossonero, l’oblio di scoprire l’avversario dei playoff di Champions terminerà a breve e dunque si ripartirà in quarta per rimanere ancorati all’Europa che conta. Intanto Allegri guida gli allenamenti e lavora con il materiale, eccellente, a disposizione. Ma il lavoro in prospettiva ha i tempi contati, si vuole un risultato immediato che vada a sancire la bontà delle idee poste alla base della scorsa stagione e faccia tornare il Milan in cima alla classifica delle squadre più importanti e desiderate al mondo. Obiettivo importante, che va al di là del desiderio di tornare sul podio nel prossimo campionato. I tifosi vogliono esaltarsi, vogliono sentirsi orgogliosi non solo della storia di grandi successi, vogliono essere i protagonisti della nuova era rossonera.
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