Giappone-Milan: un legame che si rinsalda

Giappone-Milan: un legame che si rinsaldaMilanNews.it
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
domenica 30 giugno 2013, 08:00Primo Piano
di Giuseppe Bosso
Honda e quel feeling tra Milan e Giappone nato con la Coppa Intercontinentale

Sarà dunque Keisuke Honda il primo samurai a vestire la maglia rossonera? Non sarà facile convincere a breve il CSKA Mosca, ma la volontà del giapponese è quella di vestire i colori del Milan. Del resto, tra il Milan e il Sol Levante c'è sempre stato un grande feeling, nato sul finire degli anni'80 quando lo squadrone dei sogni guidato da Arrigo Sacchi, campione d'Europa, vinse per due anni consecutivi, nel 1989 e nel 1990, la Coppa Intercontinentale a Tokyo, battendo Nacional Medellin e Olimpia Asuncion. Proprio grazie al trofeo che, prima dell'istituzione del Mondiale per club, metteva a confronto le squadre campioni d'Europa e del Sudamerica assegnando il titolo di campione del mondo, il calcio iniziò ad affermarsi anche nella terra dei samurai, tradizionalmente legata a baseball e arti marziali. Già la fortunatissima serie a cartoni animati Holly e Benji, molto popolare anche da noi, e altre serie di animazione ambientate nel mondo pallonaro - come Hungry Heart, dove tra l'altro il fratello del protagonista, Kyosuke Kano, è proprio un calciatore giapponese che veste la maglia rossonera, avendo il club di Via Turati autorizzato gli sceneggiatori nipponici a usare il marchio del Milan -  avevano iniziato a incuriosire la popolazione nipponica su quello sport.  E anche grazie a exploit come quello del Milan sacchiano i giapponesi decisero di diventare essi stessi protagonisti del pallone. E infatti, a partire dal 1991, con l'istituzione del primo campionato professionistico, il movimento calcistico del Sol Levante iniziò pian piano ad espandersi, anche grazie all'ingaggio di molti campioni stranieri a fine carriera, attratti dai faraonici contratti che le società nipponiche garantivano; e tra i tanti non poteva mancare anche un grande protagonista di quegli anni indimenticabili per i tifosi rossoneri, Daniele Massaro che nel 1995, salutando i compagni di Milanello, vestì la maglia della squadra dello Shimizu Pulse dove concluse la sua formidabile carriera. Non altrettanto fortunata la doppia esperienza giapponese per Fabio Capello che, nel 1993 al posto dell'Olympique Marsiglia vincitore della Champions a Monaco ma squalificato dall'Uefa per illecito sportivo e nel 1994 dopo aver battuto il Barcellona ad Atene, venne sconfitto a Tokyo dai brasiliani del San Paolo, nelle cui fila militavano i futuri milanisti Cafù e Leonardo, e dagli sconosciuti argentini del Velez Sarsfield, guidati da Carlos Bianchi. 

Da allora, nove anni di attesa e nel 2003 il Milan è di nuovo in Giappone da campione d'Europa. Avversario diverso, il Boca Juniors stessa nazionalità e stesso allenatore, Carlos Bianchi, e stesso sconfortante esito per i tifosi rossoneri. Meglio sarebbe andata nel 2007 con il Mondiale per Club vinto a Yokohama prima battendo i padroni di casa dell'Urawa Red Diamons, tutt'altro che un avversario abbordabile per gli uomini di Ancelotti che si impongono di misura grazie a Seedorf, e poi nella finale-rivincita contro lo stesso Boca Juniiors non più guidato da Bianchi e decisamente più debole del precedente confronto, che viene battuto 4-2.

Ma molte cose sono cambiate in quel lungo lasso temporale, non solo in casa rossonera, dove gli unici superstiti di quelle spedizioni nipponiche sono gli irriducibili Maldini e Costacurta. Anche il football made in Japan ha conosciuto una florida espansione, che ha saputo mettere a frutto il know-how rappresentato dall'apporto di quegli stranieri che avevano impreziosito un campionato che, a quel punto, non aveva più bisogno di quel tipo di investimenti. La nazionale nipponica era riuscita nel frattempo a qualificarsi per la prima volta nella sua storia ai Mondiali, nel 1998 in Francia, pur rimediando tre sconfitte in altrettante gare e segnando un solo, ma significativo dal punto di vista storico, gol alla Giamaica, firmato da Masashi Nakayama; nel 2002, in tandem con la Corea, è proprio il Giappone ad ospitare la prima Coppa del mondo in Asia, superando brillantemente il primo turno e perdendo poi agli ottavi contro la Turchia, nello stesso giorno in cui l'Italia più che dagli altri ospitanti sudcoreani è buttata fuori dal pessimo arbitraggio di Byron Moreno. E a confermare i progressi del calcio giapponese sono proprio i 'Samurai blue' (così soprannominati) che si stanno progressivamente affermando in Europa dove dapprima ad attrarre le società sono più le ragioni del marketing che quelle strettamente tecniche; è così anche in Italia, dove l'esperienza del 'pioniere' Miura con la maglia del Genoa è perfettamente esemplificata dall'esordio con tanto di scontro con Franco Baresi in Milan-Genoa, dove si frattura il volto e riuscirà a segnare un solo gol, sia pure nel derby contro la Sampdoria, prima di tornare con la coda tra le gambe a casa. Meglio faranno i suoi successori negli anni seguenti, da Hidetoshi Nakata, acquistato dal vulcanico patron del Perugia Luciano Gaucci nel 1999 e poi passato alla Roma di Capello due anni dopo, diventando il primo giapponese a fregiarsi dello scudetto, nel 2001, a Shunsuke Nakamura, dal 2002 al 2005 idolo dei tifosi della Reggina prima di passare al Celtic dove sarà spesso avversario del Milan di Ancelotti in accesi confronti di Champions League; non altrettanto fortunate saranno le esperienze di Hiroshi Nanami, un solo disastroso anno a Venezia, e Atsushi Yanagisawa, zero gol in due stagioni spese tra Messina e Genova sponda Sampdoria; lunga e discretamente proficua l'avventura di Takayuki Morimoto, dal 2006 al 2012 al Catania con un intermezzo a Novara; fino ai giorni nostri con Yuto Nagatomo, acquistato dal Cesena nell'autunno 2010 e dopo soli tre mesi approdato a Milano, sponda Inter. Ma anche negli altri tornei europei i calciatori dagli occhi a mandorla hanno saputo farsi valere, da Ono a Inamoto, fino ai giorni nostri con Shinji Kagawa, protagonista dell'ultimo Manchester United targato Ferguson che si è aggiudicato la Premier League, dopo aver vinto per due anni di fila la Bundesliga con il Borussia Dortmund.

E'dunque giunta l'ora di rinsaldare questo antico, ma mai dimenticato legame tra il Milan e il Giappone, tramite il talentuoso Keisuke?