Honda, 53 minuti per ottenere un'altra bocciatura
53 minuti scarsi e un "why" sospeso nel vuoto con aria quasi arrendevole. Keisuke Honda ci ha almeno provato, senza troppa convinzione per altro, a chiedere a mister Seedorf il motivo di un cambio che sa di ennesima bocciatura, una richiesta agli occhi dei tifosi e degli opinionisti inutile dopo nemmeno un'ora di partita scialba, senza ritmo, senza spunti.
Resta da appuntare solo un colpo di testa da ottima posizione spedito senza troppi complimenti sulla pista di atletica dell'Olimpico, permane e pervade sempre di più la sensazione che si sia trattato di un semplice colpo di marketing perché dopo 92 giorni dal suo arrivo un gol in coppa Italia e tante comminate sui rettangoli verdi d'Italia non possono certamente spingere a pensare il contrario. Detto fatto dopo l'ennesima chance gettata alle ortiche il giapponese si è riaccomodato anche ieri in panchina proprio di fianco ad Adel Taarabt, quel marocchino che sembrava aver stregato Seedorf, squadra, tifosi e che potrebbe, lui sì, tranquillamente permettersi dopo altri 90 minuti trascorsi seduto a bordo campo di chiedere al tecnico olandese: "why"?
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