Honda c’è... o quasi: il giapponese non incanta ma è in crescita
Dopo l’exploit del doppio esordio contro Sassuolo e Spezia e il successivo carico di deludenti prestazioni e critiche, Keisuke Honda torna ad assaporare la gioia di un confortante sei in pagella. Il giapponese, al Ferraris, si esibisce nell’ormai consueto ruolo di esterno destro, cucitogli addosso con convinzione e speranza da mister Clarence Seedorf. La voglia di accentrarsi è tanta ma il dieci rossonero, incrociando lo sguardo del tecnico olandese, si attiene al protocollo, limitando le sue sortite in zona centrale. Ne esce una prova tutto sommato accettabile, anche se non ancora del tutto convincente. Honda si batte e si sbatte, provando a metterci qualità e gamba, ma nei novanta di gioco non brilla certo per continuità. Un paio di conclusioni forzate, due-tre verticalizzazioni interessanti (ora al bacio per Pazzini, ora leggermente fuorimisura per Saponara), alcune intuizioni e una buona dose di impegno: il primo tempo dell’ex Cska è positivo, così come il Milan, che chiude la Samp all’angolo senza, tuttavia, trovare il colpo del ko.
Nella ripresa, Honda (che si becca anche un giallo per un eccesso di impeto) cala un po’ alla distanza, mostrando comunque di essere in crescita anche sotto l’aspetto della condizione atletica. L’intesa con i compagni registra un miglioramento ma non è ancora al top e allora capita di imbattersi in un Keisuke spesato sul rettangolo, fermo ai blocchi, come in standby, talvolta a calpestare l’erba del vicino... di reparto. Il feeling con il nostro calcio (e il suo tatticismo cronico) non è ancora sbocciato ma dopo i primi, timidi approcci, il trequartista nipponico sembra più sciolto e disinvolto. Insomma, anche se a piccoli passi, Honda comincia a raccapezzarsi, risultando utile alla causa. Al Marassi, rispetto alle ultime, grigie uscite, è andata bene (saranno contenti anche in Giappone, dove l’entusiasmo, dopo le recenti performance dell’idolo di casa, cominciava a scemare) ma domenica, nel big match contro la Juventus, potrebbe anche andar meglio: è l’occasione giusta per il definitivo salto, la serata - chissà! - che potrebbe finalmente consacrare la stella del Sol Levante.
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