La mediana perde pezzi e Inzaghi cambia modulo: i pro e contro del 4-2-3-1
Dopo appena quattro giornate di campionato, anche per stretta necessità numerica, Filippo Inzaghi sarà costretto a cambiare modulo, optando per quel 4-2-3-1 già visto a gara in corso contro l'Empoli. La prima motivazione è legata all'esigua quantità di centrocampisti, vista l'indisponibilità di Montolivo, Saponara e il recente infortunio di van Ginkel. Per Cesena dovrebbe tornare a disposizione Essien, ma i numeri restano comunque ridottissimi. Giusto quindi accantonare (momentaneamente?) il 4-3-3 e affidarsi al modulo precedentemente utilizzato da Clarence Seedorf, andando a sfruttare al massimo il grande potenziale offensivo rossonero.
TANTE POSSIBILITA' IN ATTACCO - Inzaghi attualmente può contare su sette giocatori offensivi di primo livello, forse troppi per i soli tre posti del 4-3-3. In un 4-2-3-1 crescono quindi le possibilità di sfruttare al meglio il potenziale d'attacco, rinunciando soltanto ad uno tra Bonaventura, El Shaarawy, Honda e Menez. Questo sistema di gioco, inoltre, permette a Menez di giocare nella posizione che predilige, senza però rinunciare alla potenza e alla fisicità di un centravanti vero. Nella ripresa al Castellani la manovra offensiva ha funzionato bene, tanto che il Milan ha sfiorato addirittura il vantaggio complice la traversa del francese.
I CONTRO - Elencati i pro, ci possiamo concentrare sui contro del 4-2-3-1, modulo che richiede grande stabilità difensiva per funzionare. In questo senso diventa decisiva la scelta dello schermo centrale e, allo stesso tempo, della coppia di centrali difensivi. A fianco di de Jong, qualora si scegliesse Poli, servirebbe una grande spirito di adattamento dell'ex blucerchiato, decisamente più portato all'inserimento che a stazionare in una trincea a due. Discorso diverso, invece, sui centrali: perché questo sistema di gioco renda al meglio, serve grande, grandissima, sinergia tra i centrali. Continuare a cambiare i difensori diventa deleterio e i risultati (negativi) si sono già visti. La buona prova di Rami e Zapata con la Juventus poteva portare ad una riconferma che non c'è stata. Il colombiano, centrale veloce e bravo nei recuperi, dovrebbe essere affiancato da un elemento forte nel gioco aereo e bravo nell'anticipo: se Alex non fosse disponibile, il francese ex Valencia sembrebbe la scelta più saggia.
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